“Il Milione” racconta lo
strepitoso viaggio del giovane Marco Polo verso l’Estremo Oriente, dove
diventerà uomo di fiducia, cortigiano e ambasciatore dell’imperatore Kublai
Khan.
La storia inizia già dai
tempi precedenti al protagonista, ovvero dal racconto dei mercanti veneziani
Niccolò e Matteo Polo, rispettivamente il padre e lo zio di Marco, esperti commercianti
e già ottimi conoscitori dell’impero di Kublai Khan e della lingua Tartara, di
merci insolite (allora ignoti in Italia) e di culture molto differenti tra
loro; anzi, a volte le usanze di alcuni paesi Orientali sembrano essere il
ribaltamento dei costumi occidentali!
Quello che ho amato in
primo piano di questo libro è il fatto che racconti un medioevo del tutto
inedito visto con gli occhi di un uomo molto moderno a dispetto dei tempi.
Marco Polo visse a metà del Basso Medioevo (1000-1492), ovvero un periodo
diverso dal precedente, caratterizzato da una rivalutazione del mondo classico
e una visione meno religiosa della società, dettaglio che influirà in modo
molto rilevante nei viaggi di Polo. Egli stesso, infatti, è un uomo laico e, di
conseguenza, molto tollerante nei confronti di altre culture, che guarda con
stupore e curiosità. La meraviglia del suo racconto si avverte soprattutto nell’arrivo
alla corte di Kublai Khan, uomo astuto e generoso, imperatore di un vastissimo
territorio pieno di ricchezze. L’autore infatti si sofferma molto sulla
descrizione del palazzo in cui vive il Gran Khan, circondato da ricchezze,
fasto, lusso e da cortigiani intraprendenti.
Inoltre Marco Polo, durante
il suo viaggio, non mette a confronto i paesi che visita, ma si limita ad unga
descrizione molto approfondita di usi e costumi dei vari popoli con cui viene a
contatto. Tuttavia riesce comunque a specificare come e quando alcuni popoli
siano civili o non civili.
Leggere “Il Milione” è
stato un viaggio meraviglioso, innanzitutto dal punto di vista letterario,
perché le descrizioni approfondite rendono molto chiara l’immagine che l’autore
vuole trasmettere sui regni attraverso cui viaggia. Inoltre, come ho
precedentemente accennato, è una parte di Medioevo inedita, in quanto tutti noi
siamo ormai abituati a leggere una storia ormai consolidata e, talvolta, ripetitiva
(mi riferisco alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, lo Scisma d’Oriente,
la lotta contro le Eresie di Papa Innocenzo III), mentre Il Milone racconta un
Medioevo diverso, fatto da un connubio di popoli dalle più differenti usanze,
dai più ricchi ai più selvaggi che vivono nelle isole dell’arcipelago Indiano.
L’autore, inoltre, cura
scrupolosamente la divisione interna del libro, infatti è possibile individuare
ben cinque sezioni in cui si articola la narrazione: Il Prologo, racconto
dei fratelli Matteo e Niccolò Polo; Nascita di Marco e il viaggio verso la
terra dei Tartari; Alla Corte del Gran Khan, usi e costumi dei Tartari;
Racconto sull’India; Ultime battaglie e dettagli vari.
È affascinante conoscere le
tradizioni e le culture di altri paesi che si intreccino a storie leggendarie, infatti,
quando Marco Polo attraversa la Persia, racconterà di una storia sui Re Magi.
Un’altra vicenda leggendaria, ma piuttosto inquietante è quella del Veglio
della Montagna; vi è anche la storia delle monete di carta (ovvero banconote
ante litteram) fatte fabbricare dal Gran Khan in assenza di metalli pregiati
per coniare le monete, e altre storie fiabesche e avvincenti.
Una volta tornato il
Italia nel 1296, Marco Polo fu arrestato dai genovesi e fu rinchiuso in prigione
con un poeta toscano, un certo Rustichello da Pisa, al quale dettò le sue
memorie di viaggio che andarono poi a costituire Il Milione. Il fatto che Il
Milione fosse stato scritto sotto dettatura è evidente da pochi, semplici
particolari: infatti, in alcuni tratti la storia è narrata in prima persona da
Marco Polo, mentre in altri la narrazione procede in terza persona e il protagonista
viene indicato con il nome di Messer Marco.
È un libro in cui l’avventura
e il genere fiabesco si intrecciano, creando un’atmosfera quasi magica che tiene
incollati alle pagine.
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