Recensione a cura di Silivia
Ogni trasloco è una fine. O un inizio. Ma sempre e comunque un intreccio di emozioni. Lo sa bene Rosa, che dopo la morte del marito decide di lasciare Milano per tornare nella sua terra di origine, lo sperduto paesino siciliano di Monte Pepe. Qui si rende ben presto conto che le donne del luogo (perfino le più giovani!) sembrano rassegnate a un monotono tran-tran. Eppure ci deve essere un modo per ravvivare le giornate e risvegliare le ambizioni delle signore di Monte Pepe. Così, una mattina, si alza punzecchiata da un'idea: aprire una rosticceria che offra i migliori arancini della regione, in un ambiente ospitale che attiri turisti e buongustai. Forte del suo passato di cuoca, Rosa tenta di coinvolgere quattro amiche: Giuseppa, vedova con qualche anno in più, le gemelle Maria e Nunziatina, appassionate di cucina dell'antica tradizione, e la bellissima Sarina, giovane in cerca della sua vocazione. Ma fin da subito si scontreranno con una difficoltà insormontabile: il paese è troppo isolato fra le montagne e i clienti scarseggiano. In mezzo a questi guai, nuovi amori nascono, altri finiscono, e altri ancora stentano a farsi strada. E proprio quando le cinque amiche cominciano a darsi per vinte, il loro destino sarà stravolto dall'apparizione di una misteriosa donna che le trasporterà in un'incredibile avventura a New York. Già, perché la vita non è scritta soltanto dalle nostre intenzioni. Talvolta può accadere che il caso ci metta lo zampino, sorprendendoci con la sua generosità...
“Cinque donne e un arancino” è uno di quei libri che
una volta terminato ti manca. Mancano le cinque donne, Rosa, Maria, Nunziatina,
Sarina e Giuseppa che Catena Fiorello con la sua penna, semplice e diretta,
senza paroloni ridondanti, espressioni auliche e baroccheggianti, è riuscita a
rendere vere.
Le cinque protagoniste sono donne semplici in cui le
lettrici possono riconoscersi. Il loro quotidiano è fatto di normalità: i soldi
che non bastano, i conti da pagare, la solitudine, le relazioni sbagliate, la
nostalgia per i figli lontani.
Legate da una vecchia amicizia, si uniscono in un
progetto che richiederà un grosso investimento economico: aprire una
friggitoria di arancini nel loro paese, Monte Pepe, una piccola realtà fuori
dalle carte turistiche.
Un progetto forse folle e dai dubbi ritorni economici,
almeno all’inizio.
L’amicizia tra loro è alla base di tutto, ma non si
tratta di quell’amicizia tutta cuori e baci, ma di qualcosa di più profondo.
Le cinque donne hanno infatti tra loro molto spesso
posizioni divergenti che le portano anche ad accese discussioni. Ciò che si
legge però, tra le righe, è che sono legate non solo dall’amicizia ma da
qualcosa di più, dalla stima, dall’amore, dal volersi bene, sentimenti profondi
che le portano a superare tutte le difficoltà.
L’autrice però sembra dirci che in ogni cosa c’è un
destino e che questo va anche spesso incoraggiato riuscendo a cogliere quei
treni che nella vita passano una volta soltanto.
Un incontro fortunato potrebbe cambiare molte cose è
vero ma, se ci si approccia con la stessa genuinità di sempre, le cose possono
addirittura andare meglio.
E sarà proprio un incontro casuale e insperato a
cambiare il destino delle cinque protagoniste e dei loro arancini. Resterete
sorpresi, credetemi!
La morale? Di coltivare sempre i propri sogni e non
fermarsi davanti alle difficoltà. I sogni non conoscono limiti di età, un po'
come l’amore.
Ci sono amori che nascono e muoiono, altri che
finiscono per circostanze di vita e altri ancora, insospettabili, che nascono
in sordina, ma basta dar loro una possibilità per capire che possono diventare
grandi anche se non si è più in tenera età.
Ho apprezzato da siciliana i numerosi (e alcuni molto
divertenti) dialoghi in dialetto che
hanno avuto il potere di rendere il libro ancora più vivo e vero.
Dico sempre che il siciliano è una lingua e come tale
ha una forza intrinseca che verrebbe meno con la traduzione.
Assegno, pertanto, a questo bellissimo libro cinque
stelle!
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