La cioccolateria in Muffin
street ci porta nella calda e avvolgente atmosfera del Natale a Londra, che
è uno dei periodi più belli dell’anno, un periodo in cui si ha voglia di casa e
di famiglia.
Per Judith però il Natale è diventato
un periodo triste, soprattutto da quando suo padre è scomparso nel nulla.
È lei che gestisce la Cioccolateria
“Sherlock Holmes”, l’attività di famiglia, e ad affiancarla c’è Ofelia, una sua
carissima amica. In quel locale ha messo tutto il suo cuore, considerandolo
quasi una seconda casa.
“In
fondo quella era una seconda casa per lei. Era nata lì, in quel posto che sapeva
di panna e cioccolata. Era felice e anche se voleva scoprire altre mete, quello
sarebbe stato il “suo posto”, un luogo dove tornare, sempre. Un posto sicuro
dove stare, dove nascondere i segreti.”
La magia del Natale c’è tutta in
questo libro, infatti sarà proprio dall’incontro di un misterioso Babbo Natale,
che nella vita di Judith inizieranno ad accadere dei fatti molto strani, delle
coincidenze che sembrano convergere verso un unico punto, anzi verso un unico
oggetto, uno Schiaccianoci.
C’è un legame tra lo
Schiaccianoci e il padre di Judith, qualcosa che però la ragazza non riesce a
decifrare. Un viaggio in India con l’amica Ofelia sarà la chiave di volta e di
lettura dei numerosi misteri che Judith non riesce a comprendere e che le
faranno scoprire qualcosa del padre che ignorava completamente.
In questa sorta di caccia al
tesoro, in cui ogni capitolo serve quasi a sbloccare un indizio, ho avvertita
il profumo e l’aroma del cacao, della cannella e dello zucchero, la dolce
fragranza di un biscotto appena sfornato, la bellezza di un omino di pan di
zenzero che mi riporta al Natale. Mi è sembrato di sedermi in uno dei tavolini
del locale, dietro una grande vetrata, a osservare la vita, le luci e le
persone, mentre i fiocchi di neve iniziavano a cadere. Un romanzo che ha il
sapore dolce del Natale e che sottolinea l’importanza degli affetti di
famiglia, come il legame tra un padre e la figlia, che va oltre il tempo e la
distanza.
“Quello
degli affetti era un legame indissolubile, il cui valore e ricordo ritornavano
prepotenti a restituirgli ciò che non aveva dimenticato ma solo accantonato in
un angolo della mente.”
Recensione a cura di Silvia.
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