A Meg Sanders, professoressa di
Storia dell’Arte dell’Università di New York, si prospetta la possibilità di
insegnare per qualche periodo in Italia, in Toscana, per sostituire una collega
che si è fatta male.
L’offerta della cattedra rappresenta
per la giovane e bella insegnante la soluzione a tanti problemi, non solo
economici, visto che la sua cattedra sarà presto cancellata nell’università
newyorkese, ma soprattutto l’aiuterà a cambiare aria dopo la fine della sua
storia d’amore.
Quindi, senza pensarci tanto,
Meg farà le valigie e inizierà la sua nuova avventura in Italia, destinazione
Siena.
L’arrivo in Italia le riserverà
già da subito le prime sorprese. Tra strani incontri lungo la strada, percorsi
incerti per raggiungere la meta e un guasto alla sua auto presa a noleggio, Meg
si imbatte, quasi per caso in Mario, un ragazzo della zona che si offre di
darle una mano e di ospitarla nella sua cascina, dove vive con il padre e la
madre.
L’incontro tra Meg e il la
famiglia di Mario è coinvolgente ed esilarante. Se siete stati in Toscana, e ne
conoscete il dialetto, vi sembrerà di ritornarci, perché l’autore scrive in
dialetto toscano i dialoghi tra Mario e i suoi familiari.
Meg assiste divertita a quei
dialoghi, confortata da quella famiglia che le offre affetto, accoglienza, un
pasto e una stanza in cui dormire, visto che la sua auto si era fermata in
aperta campagna.
Da quell’incontro fortuito
nascerà tra Meg e Mario un’amicizia che diventerà occasione di scambio
culturale e di dialogo, trasformandosi lentamente in qualcosa di più.
Tuttavia, ci sono dei problemi:
Meg prima o poi dovrà rientrare a casa e Mario è troppo timido per rivelarle
ciò che prova.
«Buonanotte, Mario! Grazie
di tutto!» Gli diede un bacio sulla guancia e chiuse la porta della stanza lasciandolo
lì impalato sul pianerottolo in compagnia di Spartaco che lo guardava.
Mario si voltò verso il
cane che lo puntava con compassione.
«E che tu voi te? E un mi
guardà così!»
Il cane si limitò a
mugolare e a dargli una zampata.
«E lo so! Lo so! Sono una
fava!» E, dette quelle parole, se ne andò in camera sua.
Decidere se mettere a nudo o
meno i sentimenti è una scelta travagliata, ma qualche volta è l’unica cosa da
fare.
Mario sa bene che se Meg partirà
senza conoscere ciò che lui prova, forse perderà la sua unica occasione di
rivelarle il suo amore.
E Meg, cosa prova per il giovane
e bel senese?
Sarà felice di tornare a casa, a
New York?
Il romanzo è arricchito dalle
descrizioni delle bellezze storiche e architettoniche di Siena che, sebbene
talvolta rallentino il ritmo narrativo, quasi fossero una storia nella storia,
sono tuttavia gradevoli per chi apprezza la storia dell’arte e desidera
apprendere qualcosa di nuovo e di diverso sulla bellezza di Siena.
Ho apprezzato la descrizione dei
vini e delle uve toscane.
Mario è infatti un imprenditore
vitivinicolo e ciò offe la possibilità all’autore di descrivere nel dettaglio
quali siano i presupposti, per esempio, perché un Chianti si possa chiamare
tale.
In ogni pagina si avverte
l’attaccamento dell’autore alla sua terra, che in questo libro ne fa quasi un
omaggio.
La lunga strada dritta
passava per la campagna toscana, e già da lì i primi campi di girasoli, di
papaveri e gli alti cipressi le diedero il benvenuto in quella terra baciata da
Dio. Meg guidava spensierata ammirando i bellissimi paesaggi che poco a poco dalla
pianura stavano diventando dolci colline di olive e vigne.
Recensione a cura di Silvia.
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