"Madame Michel ha l'eleganza del riccio: fuori è protetta da aculei, una vera e propria fortezza, ma ho il sospetto che dentro sia semplice e raffinata come i ricci, animaletti fintamente indolenti, risolutamente solitari e terribilmente eleganti."
"L'eleganza del riccio" è un romanzo dell'autrice francese Muriel Barbery edito e/o edizioni. La trama è raccontata a POV alternati da due protagoniste, ovvero Paloma e Renée.
Paloma è una ragazzina di 12 anni appartenente a una famiglia benestante, mentre Renée è una portinaia di 54 anni che lavora nello stesso palazzo in cui vive Paloma. Il racconto si snoda tramite delle lunghe riflessioni sulla propria esistenza da parte di entrambe le protagoniste, che a loro volta redigono un diario in cui annotare i loro pensieri.
Paloma dimostra di avere una grande maturità per essere solo una ragazzina ed è proprio questa sua caratteristica a farle nutrire un senso di amarezza e delusione verso la società in cui vive. Sa di essere più intelligente dei suoi coetanei, ma è consapevole che se mostrasse questa qualità non avrebbe pace, quindi i suoi genitori tenderebbero a omologarla alla società. Vivono come pesci in una bolla. Lei però nella bolla non ci vuole andare.
Renée, in un certo senso, vive la realtà esattamente come Paloma. Sente di essere intrappolata in un ruolo, nelle sue convenzioni sociali. Proprio per questo motivo, desidera sfuggire all’omologazione sociale rifugiandosi nel suo piccolo mondo, a leggere le Meditazioni Cartesiane e scritti di altri filosofi (quali Kant e Marx).
La loro vita cambia quando nel palazzo viene ad abitare un nuovo coinquilino, il giapponese Kakoru Ozu, che sembra avere una visione più profonda della realtà. L’uomo colpisce subito Paloma per la sua capacità di vedere le cose e di andare oltre l’apparenza.
Non so davvero quali parole utilizzare per definire questo libro. È stata una lettura che mi ha richiesto molta attenzione, che allo stesso tempo mi ha fatto riflettere su alcune tematiche qua trattate in modo piuttosto filosofico. Infatti durante la narrazione vengono citati, come ho già detto prima, alcuni filosofi, dei quali viene delineato il pensiero in relazione alla realtà in cui vivono le protagoniste. Per fare un esempio, Paloma scrive spesso che la vita è una farsa, esattamente come sosteneva Cartesio nelle sue Meditazioni metafisiche.
Le riflessioni filosofiche, però, non sono casuali per due motivi: credo che alla base ci sia un esperienza autobiografica dell’autrice, in quanto docente di filosofia; in secondo luogo giocano un ruolo importante per accentuare le riflessioni sulla realtà.
Del resto le tematiche più presenti in questo romanzo sono il senso dell’esistenza, gli stereotipi sociali, la propria affermazione personale e la ricerca di una verità, ovvero una sorta di sempre nel mai come afferma Paloma stessa. Un vero e proprio criterio di orientamento nel mondo. È una lettura che invita ad andare oltre le apparenze, a non limitarsi al mondo per come appare, ma ad indagarne gli aspetti più profondi. È anche un potente invito a trovare sé stessi e affermarsi nel mondo, per fuggire così dalla bolla. È tutta una questione di pacatezza ed eleganza, la stessa del riccio.
⭐⭐⭐⭐
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