martedì 1 febbraio 2022

[Recensione] "Ignazio Florio, il Leone di Palermo" di Salvatore Requirez

 Recensione a cura di Serena

È il 1799 quando i Florio si stabiliscono in Sicilia costruendo, pezzo dopo pezzo, un impero immenso. Ignazio viene in possesso di tale eredità presto, forse troppo presto. Uomo capace di vivere appieno il suo tempo, travolto dal culto della bellezza e del lusso, conduce un tenore di vita degno di un re, si butta in affari rischiosi, investe in chimere, non risparmia in regali e gioielli per la moglie Franca come per le sue transitorie fiamme senza mai scordare gli amori giovanili. Incomprensioni, egoismi reciproci e tragedie familiari scandiscono il ritmo di una storia che naufraga tra infiniti tradimenti, passioni, successi e infortuni imprenditoriali. Ma i due coniugi restano comunque protagonisti indiscussi di feste mondane, ospitano nelle dorate residenze le principali teste coronate europee, oltre che musicisti e scrittori. Saranno sempre sulla bocca di tutti. Nel bene e nel male. La Palermo della Belle Époque brilla come Parigi, è la capitale del Liberty, ma sullo sfondo rimane una miseria che affida alle rivolte sociali o alla mafia il proprio riscatto. Una città splendida e contraddittoria come i protagonisti del romanzo. "La gente esagera nel raccontare quello che ha visto. Specie se non l'ha visto mai". "Sì, ma parlando di voi non si poteva esagerare…"


In una Palermo che non esiste più, c’è stata una famiglia che ha dominato l’intera Sicilia, seppur non avendo un titolo nobiliare, dando un grande impulso all’economia dell’isola: si tratta dei Florio.

Originari di Bagnara Calabra, nel 1799 si stabilirono a Palermo diventando una tra le famiglie più ricche di Sicilia, poi d’Italia, infine d’Europa. Uno dei nomi più importanti della nota famiglia è quello di Ignazio Florio Junior, ultimo erede dell’impero economico, che vide il suo massimo splendore e, verso l’inizio del 900, anche il suo declino.

Salvatore Requirez racconta la vita di Ignazio Florio in un interessantissimo romanzo storico utilizzando la tecnica del flashback durante il primo capitolo; infatti tutto inizia con un dialogo avvenuto il 17 maggio 1943 tra Ignazio Florio, ormai anziano, e un suo amico, il principe Giuseppe di Starrabba, che lo conduce alla cappella di famiglia a Palermo in macchina. Nel frattempo Ignazio ricorda gli anni del suo passato, partendo dalla morte di suo padre e dalla pesante eredità che gli venne lasciata. Allora Ignazio era solamente un ragazzo di ventun anni dalla mente libera e senza pensieri, trovatosi improvvisamente  a gestire molte attività commerciali. Il ragazzo fu un eterno donnaiolo, il cui primo amore viene citato nel libro con il nome di una certa Cristina Russo, che la ricorderà sempre durante la sua vita, contemporaneamente alla bellissima Franca Jacona di San Giuliano, che conquisterà e diventerà sua moglie nonostante i dissensi del padre. I giovani coniugi trascorreranno gli ultimi anni del 900 conducendo una vita mondana, tra i salotti di tutta Europa raggiungendo una grande fama, ma allo stesso tempo Ignazio dovrà subire degli schiaffi morali dalla vita: in quanto perderà ben tre figli, tra questi Ignazino detto affettuosamente Baby boy e destinato ad essere l’erede dell’impero economico, e si troverà ad affrontare un inevitabile e progressivo declino dell’impero economico della grandissima famiglia dei Florio.

“Ignazio Florio, Il Leone di Palermo” è un perfetto romanzo storico che descrive la vita di Ignazio Florio in modo fedele e realistico. La vita di Ignazio Florio non è mai stata tutta rosa e fiori, come potremmo immaginarci a proposito di un uomo benestante, ma tutt’altro: ebbe una vita movimentata a causa delle concorrenze di lavoro e riguardo alla gestione degli affari, soprattutto dal momento del declino, ma anche sul piano personale, in quanto si trovò spesso a litigare con Franca, sua bellissima consorte, a causa delle innumerevoli relazioni clandestine che la fecero soffrire, e anche dopo la perdita di tre figli, Ignazio non ebbe più la forza di lavorare né quasi di vivere.

È stata una bella scelta da parte dell’autore, che io ho avuto il piacere di conoscere personalmente, inserire dei dialoghi in dialetto, in questo modo il lettore viene coinvolto ancora di più nella lettura.

È un romanzo che dona un senso di soddisfazione non appena lo si finisce, perché riesce a raccontare la vera storia di Ignazio Florio, senza cambiare niente, e può colmare ogni dubbio relativo ala sua storia. È per questo motivo che assegno cinque stelle a questa interessantissima lettura.



Nessun commento:

Posta un commento