Arrivata a destinazione, conosce sua nonna Rose, una signora dai modi gentili, ma allo stesso tempo precisa e autoritaria, che accoglie caldamente la nipote e le racconta del padre, della sua nuova vita e del suo desiderio di rivedere i figli; le presenterà anche dei cari amici di Richard, gli Stevenson, che le parleranno del loro nipote Patrick, un uomo dal passato triste che è tornato a casa degli zii per prendersi una pausa dal lavoro.
Amanda e Patrick avranno modo di conoscersi e raccontarsi, scoprire di avere delle cose in comune guardandosi negli occhi e riconoscendosi l'una nell'altro e viceversa. Proprio grazie all'inaspettato incontro Amanda riuscirà a riflettere sulla sua vita, a ricordare il suo passato e a farsi una profonda domanda: “Sono felice?”.
In questo libro viene
trattato come tema principale la famiglia. Amanda non ha avuto il sostegno di
un padre e vorrebbe, dopo tanto tempo, ritrovarlo e confrontarsi con lui.
Vorrebbe trovare un modo per riconciliarsi con una parte del suo passato e chiudere
una ferita aperta ormai da troppi anni.
Amanda è una persona che
vuole sentirsi amata e come lei, anche Patrick. I due si completano, si
riconoscono e tendono a scoprirsi. Si supportano a vicenda e si confrontano condividendo
dei pezzi del loro passato. Dal loro confronto, infatti, nascerà un senso di
simpatia reciproco.
Green House crea un'atmosfera magica e nuova per Amanda, nella quale vivrà una vera e rinascita ricostruendo la sua vita, proprio come se fosse divisa in tanti tasselli di un puzzle. Verrà cambiata da un vento che spazzerà via il suo iniziale senso di malinconia per farla sentire una persona migliore, più matura e affettuosa, che le farà capire molte cose importanti sulla sua vita.
Lo stile della narrazione è molto pacato, delicato ed elegante e rende la lettura molto veloce. In parte mi ha ricordato Rosamunde Pilcher, ed è riuscito a coinvolgermi tra le sue pagine, facendomi immedesimare e affezionare ad ogni personaggio.
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