“NAP
non è altro che l’acronimo di Non avere paura! E questo è quello che vogliamo
da voi stasera, che non abbiate paura: non abbiate paura di dire alle persone
che amate quanto siano importanti per voi, non abbiate paura di essere troppo
audaci o coraggiosi, non abbiate paura di saltare dal burrone delle vostre
convinzioni!”
Ho voluto iniziare la
recensione citando questo significativo estratto. Infatti, NAP può essere un
monito di incoraggiamento per ognuno di noi, ogniqualvolta la paura la farà da
padrona e ci condizionerà la vita.
Un buon NAP per
funzionare ha bisogno tuttavia di una serie di condizioni. Condizioni che
presuppongono un radicale cambiamento di vita. Tale cambiamento qualche volta
può essere determinato da circostanze fortuite, altre volte dall’incontro con
persone che possono riuscire a tirare fuori il meglio di noi.
Jamie, la protagonista
del romanzo, era piena di paure che probabilmente cercava di colmare o sedare
acquistando ceramiche preziose, perlopiù teiere, tazzine pregiate, biscottiere
e zuccheriere. Erano una sorta di coccola gratificante, una confort zone della
quale non poteva fare a meno. Jamie aveva avuto un’infanzia difficile: la
separazione dei genitori, l’abbandono della madre che si era rifatta una vita,
dimenticandola, e Terence, un padre alcoolizzato e distratto. Jamie era
cresciuta con l’affetto di persone esterne alla sua famiglia, aveva imparato a
badare a se stessa e sognava, un giorno, di vivere in un bel quartiere, in una
villetta dotata di tutti i confort, con un uomo che la amasse e insieme al
quale costruire una famiglia.
Un giorno, il suo
coinquilino, alla perenne ricerca di se stesso, decide di partire per
l’ennesimo lungo viaggio e di affittare il posto letto a Logan Walsh, ex
Marines.
Dal momento in cui Logan
entra nella vita di Jamie, sarà un crescendo di colpi di scena. L’autrice
stupisce il lettore, lo disorienta, si ha sempre la costante sensazione di aver
compreso la fine e invece poi interviene un nuovo elemento e tutte le carte
vengono rimescolate.
Logan è un uomo
affascinante, con un passato tormentato, difficile. Un ex padre assente che
cerca di recuperare con il figlio il tempo perso. Egli stesso è stato adottato
e va alla ricerca delle sue origini.
Logan è un personaggio
che lo si ama o lo si odia. Sembra che in un primo momento faccia perdere la
testa alla bella Jamie, a sua volta fidanzata con James, un rapporto quasi
platonico se messo a confronto con le bollenti scene d’amore e di sesso descritte
nel libro che vedono protagonisti Jamie e Logan. I due si prendono, si lasciano
, si rincorrono, si odiano, si detestano ma alla fine finiranno con l’amarsi
profondamente.
Ma l’amore può bastare?
Se ci sono degli aspetti irrisolti che creano voragini nel cuore, può un amore
folle, istintivo, irrazionale, bastare a dare equilibrio a una coppia?
NAP è un romanzo a forti
tinte hot, pertanto è consigliato a un pubblico adulto, ma ha una trama
travolgente, ben strutturata.
Originale è l’uso della
seconda persona che dà l’impressione che ci sia un narratore onnisciente,
soluzione che rende il romanzo vivo e dinamico, ne rappresenta a mio avviso il
suo punto di forza, vista anche l’estensione della trama.
Recensione a cura di Silvia.
⭐⭐⭐⭐
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