giovedì 2 marzo 2023

[Recensione]"Il tempo rimasto" di Mario di Marzio



Roma, caput mundi!

Con il libro Il tempo rimasto l’autore, utilizzando come narrazione quella di un diario intimo, ci racconta la sua vita vissuta a Roma.

L’autore fa un viaggio in pullman per tornare nel suo quartiere di origine, la Garbatella, location di molte riprese cinematografiche, come le spassose scese dei film di Ugo Fantozzi e il viaggio in Vespa di Nanni Moretti nel primo episodio di Caro diario. Il viaggio in pullman è la metafora di un altro viaggio, quello della memoria, attraverso i ricordi dell’adolescenza.

Un viaggio nella Roma degli anni ’80 e ’90, tra risate di amici seduti a un tavolino di un bar, confidenze di amori, racconti di sport, ansie e paure condivise.

Il dialetto romano, i modi di dire, gli odori, i sapori, i colori e le indiscusse bellezze della Città Eterna sfilano nella mente del lettore attraverso il racconto appassionato e a tratti nostalgico dell’autore che non manca di fare alcune precisazioni come, per esempio, presentare il romano DOC.

I romani sono persone particolari, sono sempre allegri, simpatici e pronti a sdrammatizzare su qualsiasi fatto succeda. Solo in questa città poteva nascere il detto “morto un papa se ne fa un altro”, a voler dire: “tutti siamo utili, ma nessuno è indispensabile”.

Ma non solo. Ci sono alcuni dialoghi scritti in dialetto che rendono il racconto ancora più caratteristico.

Un libro che testimonia l’attaccamento dell’autore alla sua città e al suo passato.

⭐⭐⭐⭐

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