Siete mai stati a Venezia? Se non avete mai avuto modo di visitarla questo è il libro che fa per voi. Un giallo intrigante e affascinante è quello che Bettina Battistella ambienta nel capoluogo veneto, portandoci tra le calli, i ponti, lungo le procuratie e facendoci rivivere attraverso le vicende dei protagonisti l’atmosfera vintage del secondo dopoguerra.
A farla da padroni sono i fratelli Vito e Umberto Bonfiglio, titolari dell’omonima agenzia investigativa, e della loro famiglia.
I fratelli, di cui uno è un apprezzato musicista del caffè Quadri, si trovano a dover risolvere alcuni casi solo apparentemente slegati tra loro.
La scomparsa di due anelli preziosi da parte di una smemorata anziana accompagnata dalla sua badante, un gioielliere minacciato, due fratelli che svendono tutti i loro averi all’improvviso, un figlio di papà dedito al gioco d’azzardo e alla donne e un uomo, di non specchiato valore, che all’interno di un magazzino maleodorante svolge traffici illeciti, affidandosi a un cane, Gringo, reso aggressivo a causa delle condizioni in cui è costretto a vivere.
I fratelli Bonfiglio, dotati di intuito, ma anche di fascino, seguono casi e piste diverse, ma scopriranno che una città, per quanto grande sia, sarà più piccola del previsto e che tra i vari casi esiste un filo conduttore unico.
E il pappagallo? Mi chiedereste voi. Il povero Loreto sembra capitare lì per caso e invece, se solo avessero prestato più attenzione a ciò che diceva, si sarebbero accorti che tra espressioni poco eleganti e versi, proprio lui era depositario di un segreto capace di risolvere l’intricata vicenda seguita dai Bonfiglio.
Con un linguaggio leggero, a tratti ironico, con l’inserimento di frasi in dialetto che ho apprezzato molto, che di certo rendono ancora più vera e credibile l’ambientazione, Bettina Battistella ha saputo confezionare un giallo all’italiana in un Venezia descritta molto bene e con la passione di chi la ama.
Recensione a cura di Silvia.


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