lunedì 20 ottobre 2025

[Recensione] "Non sono un eroe: memorie di un vigile del fuoco" di Roberto Ardizzone

 

“In tutto questo penso pure che se esiste un Dio, forse un angelo, più volte mi ha preso e sorretto per le spalle con le sue braccia forti e sicure, come la forte imbracatura di un paracadute, e mi ha tolto dal pericolo sussurrandomi a un orecchio:- Non è arrivato ancora il tuo momento, Robbi-

Gli eroi non muoiono di vecchiaia, e io sono diventato vecchio come, per fortuna, tanti miei colleghi.

No, non sono un eroe.

Sono stato e sono solamente un uomo”.

Non sono un eroe è una storia autobiografica, quella della vita dell’autore, Roberto Ardizzone, che è un vigile del fuoco in pensione, un mestiere che ha sognato di fare fin da bambino. La sua casa si trovava vicina a una caserma dei vigili del fuoco ed è proprio lì che il piccolo Roberto ha imparato molte cose interessanti sul faticoso e difficile mestiere dei vigili del fuoco, tanto da crescere con un sogno, quello di poter indossare un giorno quella divisa.

E Roberto Ardizzone è riuscito a fare nella vita il mestiere che sognava di fare da bambino, affiancato e sorretto, nei momenti più difficili del suo mestiere, dall’amore incrollabile per Saveria, sua moglie.

Il libro è un racconto appassionato di molti momenti della sua carriera, alcuni molto dolorosi, altri più leggeri. Di quel lavoro fatto di rischi e di gravi perdite, come la morte dei colleghi sul lavoro, ad altri di normale amministrazione, come un gattino che si arrampica in cima a un campanile salvo poi non trovare il modo di scendere.

Dal disperato che minaccia il suicidio gettandosi dal balcone, alla donna che, tradita da un tacco 12, cade urtando la testa e, intontita dall’urto, in strato confusionale, scambia Roberto per chissà chi, stampandogli un bacio sulla bocca!

E poi c’è il racconto intenso e doloroso di eventi che hanno segnato la storia del nostro paese: dal terremoto dell’Irpinia, in cui Roberto è stato impiegato, alle stragi di mafia degli anni Novanta, quando, solo per caso o per destino, Roberto si trovava in ferie e non tra i suoi colleghi che hanno lavorato nei luoghi delle stragi.

Fino alla festa di pensionamento, durante la quale Roberto ripercorre, come in una pellicola in bianco e nero, la storia della sua vita, sospira un po' commosso e tuttavia certo di aver dato il massimo per quella divisa e per quel lavoro tanto amato.

Ha una certezza, più forte di altre, quella di non essere un eroe, ma solo un uomo che ha svolto il suo dovere, onorando una divisa.

Questo libro è una bellissima lettura, semplice, scorrevole, appassionata. Tutto è descritto così bene da rendere il lettore partecipe e presente; si riesce a vedere ogni luogo, ogni situazione, ogni avventura di cui è stato protagonista l’Autore.

Recensione a cura di Silvia




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