“In tutto questo penso
pure che se esiste un Dio, forse un angelo, più volte mi ha preso e sorretto
per le spalle con le sue braccia forti e sicure, come la forte imbracatura di
un paracadute, e mi ha tolto dal pericolo sussurrandomi a un orecchio:- Non è
arrivato ancora il tuo momento, Robbi-
Gli eroi non muoiono di
vecchiaia, e io sono diventato vecchio come, per fortuna, tanti miei colleghi.
No, non sono un eroe.
Sono stato e sono
solamente un uomo”.
Non sono un eroe è
una storia autobiografica, quella della vita dell’autore, Roberto Ardizzone,
che è un vigile del fuoco in pensione, un mestiere che ha sognato di fare fin
da bambino. La sua casa si trovava vicina a una caserma dei vigili del fuoco ed
è proprio lì che il piccolo Roberto ha imparato molte cose interessanti sul
faticoso e difficile mestiere dei vigili del fuoco, tanto da crescere con un
sogno, quello di poter indossare un giorno quella divisa.
E Roberto Ardizzone è
riuscito a fare nella vita il mestiere che sognava di fare da bambino,
affiancato e sorretto, nei momenti più difficili del suo mestiere, dall’amore
incrollabile per Saveria, sua moglie.
Il libro è un racconto
appassionato di molti momenti della sua carriera, alcuni molto dolorosi, altri
più leggeri. Di quel lavoro fatto di rischi e di gravi perdite, come la morte
dei colleghi sul lavoro, ad altri di normale amministrazione, come un gattino
che si arrampica in cima a un campanile salvo poi non trovare il modo di
scendere.
Dal disperato che
minaccia il suicidio gettandosi dal balcone, alla donna che, tradita da un
tacco 12, cade urtando la testa e, intontita dall’urto, in strato confusionale,
scambia Roberto per chissà chi, stampandogli un bacio sulla bocca!
E poi c’è il racconto
intenso e doloroso di eventi che hanno segnato la storia del nostro paese: dal
terremoto dell’Irpinia, in cui Roberto è stato impiegato, alle stragi di mafia
degli anni Novanta, quando, solo per caso o per destino, Roberto si trovava in
ferie e non tra i suoi colleghi che hanno lavorato nei luoghi delle stragi.
Fino alla festa di
pensionamento, durante la quale Roberto ripercorre, come in una pellicola in
bianco e nero, la storia della sua vita, sospira un po' commosso e tuttavia
certo di aver dato il massimo per quella divisa e per quel lavoro tanto amato.
Ha una certezza, più
forte di altre, quella di non essere un eroe, ma solo un uomo che ha svolto il
suo dovere, onorando una divisa.
Questo libro è una
bellissima lettura, semplice, scorrevole, appassionata. Tutto è descritto così
bene da rendere il lettore partecipe e presente; si riesce a vedere ogni luogo,
ogni situazione, ogni avventura di cui è stato protagonista l’Autore.
Recensione a cura di Silvia
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