Recensione a cura di Serena
Interessata sempre di più alla storia dell’antica Roma, ma soprattutto di Pompei ho deciso di leggere La locanda di Asellina, in modo di conoscere meglio la misteriosa Pompei.
Un racconto intrigante, avvincente e appassionante che permette
al lettore di compiere un vero e proprio viaggio nel tempo e potere rivivere
gli splendori e le tradizioni dell’antica Pompei e dell’Impero Romano insieme
al personaggio di Asellina, proprietaria e cuoca di una locanda.
Tra antiche ricette, curiosità ed eventi storici viene trattato un caso che sembra
iniziare proprio nella locanda di Asellina, con la comparsa di strane monete
dal centro rosso, ma soprattutto dallo strano comportamento delle tre
locandiere al suo servizio. Le monetine iniziano a diffondersi in città ed è
allora che Marcus, curiosissimo ed intelligentissimo figlio di Asellina, decide
di investigare anche a costo di mettersi quasi nei guai a volte, ma la sua
curiosità riuscirà a svelare un mistero sorprendente.
Essendo un libro ambientato in una locanda pompeiana, nel corso della storia vengono nominate numerose ricette latine, cibi e ingredienti molto utilizzati nell’antica Roma che vengono approfonditi alla fine, spiegandone l’uso e la preparazione, ma non solo. Vengono nominate anche parole in latino che vanno fuori dai termini culinari, rendono la lettura ancora più interessante e vengono pertanto spiegate nell’appendice del libro.
L’uso del latino pertanto invoglia ad
approfondire sulla storia di Pompei e a conoscere segreti e scoperte che ci
hanno permesso di conoscere la storia di una città rimasta intrappolata tra la
lava del Vesuvio durante la violenta eruzione del 79 d.C. e in un tempo dove esistono splendore e misteri, cultura e
tradizioni molto differenti dai giorni d’oggi.
Il linguaggio è molto semplice e comprensibile ed il libro è pieno di illustrazioni molto particolari che riproducono perfettamente il modo di vestirsi e pettinarsi dell’antica Roma.
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