domenica 27 febbraio 2022

[Recensione] "Fairy Oak: La Storia Perduta" di Elisabetta Gnone

Il tempo è passato e molte cose sono cambiate a Fairy Oak, e così capita di immelanconirsi riguardando vecchie fotografie davanti a un tè, ricordando vecchi amici e grandi avventure.Ma quando i ricordi approdano all'anno della balena, i cuori tornano a battere e i visi a sorridere. Che anno fu! Cominciò tutto con una lezione di storia,proseguì con una leggenda e si complicò quando ciascun alunno della onorata scuola Horace McCrips dovette compilare il proprio albero genealogico.Indagando tra gli archivi, le gemelle Vaniglia e Pervinca, con gli amici di sempre, si mettono sulle tracce di una storia perduta e dei suoi misteriosi protagonisti. E mentre il loro sguardo ci riporta nella meravigliosa valle di Verdepiano, si consolidano vecchie amicizie, ne nascono di nuove, si dichiarano nuovi amori e si svelano sogni che diventano realtà. Età di lettura: da 8 anni.


“Fairy Oak: la storia perduta” è il nuovo romanzo della saga “Fairy Oak”, uscito nell’ottobre 2020, in cui l’autrice, dopo anni di distanza dall’ultimo libro dei Quattro Misteri, ci riporta a Fairy Oak per una nuova, emozionante, ma soprattutto avvincente storia.

Questa volta la storia non è narrata da Felì, ma da Vaniglia e Pervinca, che ormai grandi, sposate, con figli e una bella famiglia, durante un pomeriggio iniziano a parlare e a curiosare tra vecchie foto, tra le quali, come dicono le narratrici stesse, scopriranno Una storia perduta.

La narrazione utilizza la tecnica del flashback, con la quale le sorelle raccontano la storia di un vecchio e scorbutico professore di storia, Enormus, da loro soprannominato Orcomorto, che che una volta entrato in classe per le lezioni, infondeva paura con i suoi metodi alquanto severi e punitivi. Un bel giorno, Orcomorto  si infortuna e a sostituirlo viene una professoressa molto solare e gentile, Illuminata Foresta, che assegna ai ragazzi un compito molto interessante: ricostruire i loro alberi genealogici per conoscere in primo piano la propria famiglia, e inoltre anche le radici del popolo di Fairy Oak.

I ragazzi inizieranno una serie di ricerche imbattendosi anche in una strana leggenda che racconta la storia di una balena che ogni duecento anni passa a Fairy Oak. Apprenderanno anche la storia di due giovani, un certo Àncora e Alba, soprannominata La Filarina. Per i ragazzi inizialmente sarà difficile ricostruire l’identità dei due ragazzi, perché anticamente le persone erano conosciute con dei soprannomi. Alla banda del Capitano si unirà un ragazzino inizialmente molto timido, Desmo Downy Rose (conosciuto in seguito ad avere liberato e fatto erroneamente scappare il cane dei genitori, Back, tenuto ingiustamente in un recinto), che li aiuterà a conoscere l’identità dei due giovani. Dopo ulteriori ricerche, tra il villaggio e i libri, verrà scoperto che la famiglia di Desmo è imparentata con quella dei Corbirock, ma i discendenti non si parlano più da generazioni. Perché? Grazie alla testimonianza di Desmo, imparentato con Alba, gli studenti capiranno che è tutto legato alla leggenda della balena. Così stabiliscono ogni giorno dei turni per cercare di avvistarla, ma scoprono ben presto di non essere i soli…Chi sarà mai a cercare la balena?

Ho amato questo libro perché riesce a tenere il lettore sulle spine per tutto il tempo del racconto e arricchisce la narrazione con una leggenda che testimonia l’importanza dei legami tra le famiglie e tra le persone, l’importanza dell’amicizia dell’amore. Un altro tema molto importante narrato in questo tema è l’interesse condiviso tra molti amici, di un gruppo affiatato, che può rendere le ricerche riguardo un argomento molto interessanti, addirittura divertenti. È importante prendere parte ad un gruppo di amici che ti includano, ti ascoltino e non ti abbandonino mai. In gruppo, infatti, è più facile lavorare e si possono stringere o rassodare buone amicizie.

Infine un'altra tematica del libro che mi ha colpito molto è quella di sapere conoscere le origini di un popolo, l’alba di un orizzonte culturale di tradizioni, usanze e costumi che lo costituiscono e lo caratterizzano nei più diversi aspetti rendendolo affascinante  e complesso.



venerdì 18 febbraio 2022

[Recensione] "Cinque donne e un arancino" di Catena Fiorello Galeano

 Recensione a cura di Silivia

Ogni trasloco è una fine. O un inizio. Ma sempre e comunque un intreccio di emozioni. Lo sa bene Rosa, che dopo la morte del marito decide di lasciare Milano per tornare nella sua terra di origine, lo sperduto paesino siciliano di Monte Pepe. Qui si rende ben presto conto che le donne del luogo (perfino le più giovani!) sembrano rassegnate a un monotono tran-tran. Eppure ci deve essere un modo per ravvivare le giornate e risvegliare le ambizioni delle signore di Monte Pepe. Così, una mattina, si alza punzecchiata da un'idea: aprire una rosticceria che offra i migliori arancini della regione, in un ambiente ospitale che attiri turisti e buongustai. Forte del suo passato di cuoca, Rosa tenta di coinvolgere quattro amiche: Giuseppa, vedova con qualche anno in più, le gemelle Maria e Nunziatina, appassionate di cucina dell'antica tradizione, e la bellissima Sarina, giovane in cerca della sua vocazione. Ma fin da subito si scontreranno con una difficoltà insormontabile: il paese è troppo isolato fra le montagne e i clienti scarseggiano. In mezzo a questi guai, nuovi amori nascono, altri finiscono, e altri ancora stentano a farsi strada. E proprio quando le cinque amiche cominciano a darsi per vinte, il loro destino sarà stravolto dall'apparizione di una misteriosa donna che le trasporterà in un'incredibile avventura a New York. Già, perché la vita non è scritta soltanto dalle nostre intenzioni. Talvolta può accadere che il caso ci metta lo zampino, sorprendendoci con la sua generosità...

“Cinque donne e un arancino” è uno di quei libri che una volta terminato ti manca. Mancano le cinque donne, Rosa, Maria, Nunziatina, Sarina e Giuseppa che Catena Fiorello con la sua penna, semplice e diretta, senza paroloni ridondanti, espressioni auliche e baroccheggianti, è riuscita a rendere vere.

Le cinque protagoniste sono donne semplici in cui le lettrici possono riconoscersi. Il loro quotidiano è fatto di normalità: i soldi che non bastano, i conti da pagare, la solitudine, le relazioni sbagliate, la nostalgia per i figli lontani.

Legate da una vecchia amicizia, si uniscono in un progetto che richiederà un grosso investimento economico: aprire una friggitoria di arancini nel loro paese, Monte Pepe, una piccola realtà fuori dalle carte turistiche.

Un progetto forse folle e dai dubbi ritorni economici, almeno all’inizio.

L’amicizia tra loro è alla base di tutto, ma non si tratta di quell’amicizia tutta cuori e baci, ma di qualcosa di più profondo.

Le cinque donne hanno infatti tra loro molto spesso posizioni divergenti che le portano anche ad accese discussioni. Ciò che si legge però, tra le righe, è che sono legate non solo dall’amicizia ma da qualcosa di più, dalla stima, dall’amore, dal volersi bene, sentimenti profondi che le portano a superare tutte le difficoltà.

L’autrice però sembra dirci che in ogni cosa c’è un destino e che questo va anche spesso incoraggiato riuscendo a cogliere quei treni che nella vita passano una volta soltanto.

Un incontro fortunato potrebbe cambiare molte cose è vero ma, se ci si approccia con la stessa genuinità di sempre, le cose possono addirittura andare meglio.

E sarà proprio un incontro casuale e insperato a cambiare il destino delle cinque protagoniste e dei loro arancini. Resterete sorpresi, credetemi!

La morale? Di coltivare sempre i propri sogni e non fermarsi davanti alle difficoltà. I sogni non conoscono limiti di età, un po' come l’amore.

Ci sono amori che nascono e muoiono, altri che finiscono per circostanze di vita e altri ancora, insospettabili, che nascono in sordina, ma basta dar loro una possibilità per capire che possono diventare grandi anche se non si è più in tenera età.

Ho apprezzato da siciliana i numerosi (e alcuni molto divertenti) dialoghi in dialetto  che hanno avuto il potere di rendere il libro ancora più vivo e vero.

Dico sempre che il siciliano è una lingua e come tale ha una forza intrinseca che verrebbe meno con la traduzione.

Assegno, pertanto, a questo bellissimo libro cinque stelle!



martedì 8 febbraio 2022

Jules Verne: viaggi meravigliosi in luoghi inimmaginabili



"Qualsiasi cosa un uomo possa immaginare, altri uomini la possono rendere reale"
194 anni fa nasceva Jules Verne

Ciao a tutti, carissimi lettori! Sono Serena e ho deciso di portare qui sul blog una nuova rubrica: Penne all'orizzonte, nella quale parlerò di tutti gli autori (e non solo) che hanno segnato la letteratura internazionale e che ci hanno regalato romanzi ed emozioni che ci hanno presi fino all'ultimo momento. Oggi ho deciso di inaugurare la rubrica con Jules Verne, che ci ha fatto conoscere mondo ignoti e ci ha fatto vivere viaggi straordinari, proprio come la sua raccolta di libri. Buona lettura!

Vita

Jules Verne è stato uno scrittore francese. Nato a Nantes l’8 febbraio del 1828 da una famiglia di armatori, fu sempre un grande appassionato di geografia, viaggi e mondi fantastici, caratteristica che influenzò per sempre la sua carriera letteraria.

Durante la giovinezza intraprese gli studi giuridici a Parigi, dove conobbe il fotografo Nadar e il commediografo Alexander Dumas, che in seguito abbandonò per dedicarsi pienamente alla letteratura e alla scrittura. Ciò che gli permise di partorire i romanzi d’avventura più geniali fu la sua curiosità: gli interessava leggere riviste e racconti bizzarri, amava la geografia e il progresso scientifico, i viaggi e le storie al limite dell’impossibile. La sua mente, infatti, sfiora i limiti più sconfinati della fantasia, una fantasia geniale che gli consente di arrivare a scrivere ogni pagina, ogni libro che tramandi tutto lo stupore che prova nei confronti del mondo.

In ogni sua opera scritta Verne si pone domande quasi impossibili, su cosa possa esserci neglia bissi più profondi del mare, nel cielo sopra di noi, sui monti più alti in tutto il mondo perfino al centro della Terra.

Nel 1857 sposò Honorine Morel, vedova ventiseienne con due figli, nel 1866 Verne comprò anche il suo primo battello e con questo comincia a navigare nel canale della Manica e lungo la Senna.

Nel 1876 partì per gli Stati Uniti con il fratello Paul, tornato a Parigi era all’apice della carriera. Nel 1886 un giovane dall’identità sconosciuta tentò di ucciderlo a colpi di pistola (si pensa sia stato un nipote privato dell’eredità) e Verne rimase ferito dall’incidente. Durante gli ultimi anni della sua vita si trasferì ad Amiens, dove morì nel 1905.

Produzione letteraria

Progresso tecnologico e scientifico, viaggi straordinari, mete sconosciute  e scoperte sorprendenti guidano la sua mente negli orizzonti più ignoti…

Nelle opere letterarie Verne si ispira a invenzioni realmente esistenti per iniziare a scrivere delle avvincenti avventure. Verne inizia il suo viaggio volando tra i cieli sconfinati e nel 1863 pubblica il suo romanzo Cinque settimane in Pallone, primo volume de I Viaggi Straordinari, nel quale parla di un gruppo di esploratori che dopo essersi imbarcati su uno strano mezzo di trasporto volante a metà  tra una mongolfiera e un dirigibile, intraprendono un avventuroso viaggio in Africa in parti ignote e da scoprire. L’anno successivo pubblica Viaggio al centro della Terra, secondo volume de I Viaggi Straordinari, nel quale racconta il viaggio di un professore di mineralogia, Otto,  e suo nipote Axel, che intraprendono un viaggio tra labirinti di pietre, un mare sotterraneo che attraversano su una zattera e pericolosi mostri preistorici, per arrivare proprio al centro della Terra.

Se Verne ha iniziato il suo viaggio nel cielo, adesso si spinge più in alto ancora, nell’ignoto, sulla Luna, tema che affascina profondamente lo scrittore, che lo studia scrupolosamente per poi pubblicare nel 1865 Dalla Terra alla Luna, che racconta la storia di un gruppo di inventori, che costruiscono un cannone in grado di lanciare un enorme proiettile sulla Luna. Per vedere, però, come si concluderà l’avventura, si dovrà aspettare fino al 1870 alla pubblicazione di Intorno la Luna.

Con il suo prossimo romanzo, Verne torna sulla Terra, precisamente navigando per i mari e gli oceani.

Nel 1868 esce I figli del Capitano Grant, che narra la storia di Mary e Robert, che ritrovando un messaggio relativo alla scomparsa del padre, decidono di navigare per mare a cercarlo, trovandosi a fronteggiare cannibali e pirati e a perlustrare le coste di innumerevoli stati e terre.

Durante il prossimo viaggio, Verne si spinge perfino sotto le onde dei mari e degli oceani e pubblica Ventimila leghe sotto i mari nel 1870, nel quale l’autore racconta un viaggio affascinante, ma pericoloso negli abissi più profondi del mare alla ricerca di un terribile mostro marino.

Verne fu sempre molto assetato d’avventura e della voglia di descrivere viaggi meraviglioso. Non possiamo, infatti, non ricordare l’ultimo volume de I Viaggi Straordinari (più di sessanta volumi), Il giro del mondo in ottanta giorni,  pubblicato nel 1873. Il romanzo inizia raccontando un’interessante scommessa, infatti un uomo che si chiama Phileas Fogg scommette ventimila sterline per fare il giro del mondo intero in soli ottanta giorni, di fronte i membri del suo club. Così, insieme al suo amico Passepartout intraprende un lungo, avvincente viaggio. 

L’anno dopo esce “L’isola misteriosa”, romanzo ambientato nel corso della guerra di Secessione americana, dove cinque nordisti, prigionieri delle truppe separatiste, fuggono su una mongolfiera e vengono alla fine gettati su un'isola sperduta del Pacifico. Gli uomini riescono a sottomettere la natura e fin dai primi momenti del loro arrivo, accadono cose strane e inesplicabili.



martedì 1 febbraio 2022

[Recensione] "Ignazio Florio, il Leone di Palermo" di Salvatore Requirez

 Recensione a cura di Serena

È il 1799 quando i Florio si stabiliscono in Sicilia costruendo, pezzo dopo pezzo, un impero immenso. Ignazio viene in possesso di tale eredità presto, forse troppo presto. Uomo capace di vivere appieno il suo tempo, travolto dal culto della bellezza e del lusso, conduce un tenore di vita degno di un re, si butta in affari rischiosi, investe in chimere, non risparmia in regali e gioielli per la moglie Franca come per le sue transitorie fiamme senza mai scordare gli amori giovanili. Incomprensioni, egoismi reciproci e tragedie familiari scandiscono il ritmo di una storia che naufraga tra infiniti tradimenti, passioni, successi e infortuni imprenditoriali. Ma i due coniugi restano comunque protagonisti indiscussi di feste mondane, ospitano nelle dorate residenze le principali teste coronate europee, oltre che musicisti e scrittori. Saranno sempre sulla bocca di tutti. Nel bene e nel male. La Palermo della Belle Époque brilla come Parigi, è la capitale del Liberty, ma sullo sfondo rimane una miseria che affida alle rivolte sociali o alla mafia il proprio riscatto. Una città splendida e contraddittoria come i protagonisti del romanzo. "La gente esagera nel raccontare quello che ha visto. Specie se non l'ha visto mai". "Sì, ma parlando di voi non si poteva esagerare…"


In una Palermo che non esiste più, c’è stata una famiglia che ha dominato l’intera Sicilia, seppur non avendo un titolo nobiliare, dando un grande impulso all’economia dell’isola: si tratta dei Florio.

Originari di Bagnara Calabra, nel 1799 si stabilirono a Palermo diventando una tra le famiglie più ricche di Sicilia, poi d’Italia, infine d’Europa. Uno dei nomi più importanti della nota famiglia è quello di Ignazio Florio Junior, ultimo erede dell’impero economico, che vide il suo massimo splendore e, verso l’inizio del 900, anche il suo declino.

Salvatore Requirez racconta la vita di Ignazio Florio in un interessantissimo romanzo storico utilizzando la tecnica del flashback durante il primo capitolo; infatti tutto inizia con un dialogo avvenuto il 17 maggio 1943 tra Ignazio Florio, ormai anziano, e un suo amico, il principe Giuseppe di Starrabba, che lo conduce alla cappella di famiglia a Palermo in macchina. Nel frattempo Ignazio ricorda gli anni del suo passato, partendo dalla morte di suo padre e dalla pesante eredità che gli venne lasciata. Allora Ignazio era solamente un ragazzo di ventun anni dalla mente libera e senza pensieri, trovatosi improvvisamente  a gestire molte attività commerciali. Il ragazzo fu un eterno donnaiolo, il cui primo amore viene citato nel libro con il nome di una certa Cristina Russo, che la ricorderà sempre durante la sua vita, contemporaneamente alla bellissima Franca Jacona di San Giuliano, che conquisterà e diventerà sua moglie nonostante i dissensi del padre. I giovani coniugi trascorreranno gli ultimi anni del 900 conducendo una vita mondana, tra i salotti di tutta Europa raggiungendo una grande fama, ma allo stesso tempo Ignazio dovrà subire degli schiaffi morali dalla vita: in quanto perderà ben tre figli, tra questi Ignazino detto affettuosamente Baby boy e destinato ad essere l’erede dell’impero economico, e si troverà ad affrontare un inevitabile e progressivo declino dell’impero economico della grandissima famiglia dei Florio.

“Ignazio Florio, Il Leone di Palermo” è un perfetto romanzo storico che descrive la vita di Ignazio Florio in modo fedele e realistico. La vita di Ignazio Florio non è mai stata tutta rosa e fiori, come potremmo immaginarci a proposito di un uomo benestante, ma tutt’altro: ebbe una vita movimentata a causa delle concorrenze di lavoro e riguardo alla gestione degli affari, soprattutto dal momento del declino, ma anche sul piano personale, in quanto si trovò spesso a litigare con Franca, sua bellissima consorte, a causa delle innumerevoli relazioni clandestine che la fecero soffrire, e anche dopo la perdita di tre figli, Ignazio non ebbe più la forza di lavorare né quasi di vivere.

È stata una bella scelta da parte dell’autore, che io ho avuto il piacere di conoscere personalmente, inserire dei dialoghi in dialetto, in questo modo il lettore viene coinvolto ancora di più nella lettura.

È un romanzo che dona un senso di soddisfazione non appena lo si finisce, perché riesce a raccontare la vera storia di Ignazio Florio, senza cambiare niente, e può colmare ogni dubbio relativo ala sua storia. È per questo motivo che assegno cinque stelle a questa interessantissima lettura.