sabato 28 gennaio 2023

[Recensione] Il diario di Anna Frank

 


꧁La carta è più paziente degli uomini꧂

Questa lettura è stata un vero e proprio salto nel tempo. Ho potuto leggere la testimonianza della dolcissima Anna Frank che ha vissuto negli anni del Secondo Conflitto Mondiale e che ha dovuto vivere in un nascondiglio  segreto, dietro una libreria d'ufficio per quasi tre anni dal 1942 al 1944 con i suoi genitori, la sorella Margot e altre persone come i Van Daan, il dottor Dussel  e Pim. Protetta dai signori Koophuis e Kraler, la famiglia Frank ha passato intere giornate al silenzio in quel piccolo rifugio del tutto sconosciuto al mondo esterno, almeno fino all'agosto del 1944, quando le SS fecero irruzione nell'appartamento e deportano la famiglia.

Dalla deportazione ai campi di sterminio di Aushwitz rimase vivo solo il padre, Otto Frank, che dopo aver letto il diario della figlia decise di pubblicarlo come testimonianza dell'Olocausto.

Leggendo, infatti, mi è sembrato proprio di avere intrattenuto una specie di corrispondenza con l'autrice, di avere creato un ponte tra oggi e ieri e di essere entrata anche io nell'alloggio. Anna racconta con grande tenerezza la voglia, quasi la necessità di avere un'amica, diritto che le è stato negato a causa delle leggi razziali, quindi decide di chiamare il diario Kitty e confidarle ogni suo segreto e sentimento. Anna racconta la noia delle giornate passate tra le mura del nascondiglio e la voglia di uscire fuori e sentire che finalmente la guerra è finita, e riabbracciare i pochi cari rimasti in vita nonostante le persecuzioni, il tutto incorniciato da un flusso di riflessioni che rendono ancora più personale il libro. È il diario di una bambina che ha bisogno di confidarsi con qualcuno che la sappia ascoltare.

Sono le pagine di una ragazza che ha sofferto a causa le leggi razziali e che ha buttato giù molte parole pur di alleggerire il suo animo e far conoscere la sua storia. Le sue parole mi sono infatti entrate nel cuore, mi hanno commossa molto profondamente.



venerdì 27 gennaio 2023

[Recensione] "La scelta di Josefine" di Doug Gold

 


27 gennaio 2023 : Giornata della Memoria per non dimenticare mai gli orrori della Seconda Guerra Mondiale.

Tra i molti libri da leggere, la mia scelta quest'anno è caduta su questo libro che racconta una storia vera, una storia d'amore e di guerra e lo fa senza sconti. Le descrizioni degli orrori compiuti dai tedeschi sono così crudeli da far male.

«Cos'è successo?»

«Hanno ammazzato venti persone su Glavni trg», raccontò Josefine con voce strozzata. «Venti persone. Gli hanno sparato… così, a bruciapelo»

Un libro che racconta la guerra dal punto di vista degli sloveni, attraverso le parole e gli occhi della giovane partigiana slovena Josefine Lobnik.

Il protagonista, Bruce Murray, è un soldato neozelandese che parte volontario e che dopo svariate vicissitudini si trova prigioniero in un campo di Maribor. Lì incontra per caso Josefine, separati da un filo spinato al quale la ragazza si avvicina, camuffata da anziana, e trova il coraggio di porgere un bigliettino a Bruce nel quale, in tedesco, chiede notizie del fratello.

Sono molte le descrizioni che fa l'autore e non solo dei luoghi, ma soprattutto delle condizioni di vita di chi, secondo i russi oi tedeschi, erano quelli “sbagliati” e che pertanto andavano eliminati, senza un reale motivo, talvolta anche per dare un segnale della loro potenza. E a morire erano giovani, anziani, donne.

Josefine aveva scelto di essere una partigiana perché aveva conosciuto quegli orrori, le violenze dei tedeschi sulle donne al fine di farle confessare ciò che voleva sapere, l'efferatezza delle violenze. Il romanzo racconta una storia di crudeltà, ma anche di grande coraggio, di dolore e di forza, di paura e di morte ma anche d'amore. Quell'amore che nasce pian piano in mezzo al dolore della guerra tra Josefine e Bruce e che sembra resistere a tutto, al tempo, alla lontananza. Un amore più forte della guerra seppur nato nella disperazione più totale.

Sebbene alla storia d'amore non vengano concesse parole come "sole, cuore e amore", tuttavia l'amore tra i due si percepisce sebbene sempre accompagnato dalla paura e dal terrore, dal bisogno di nascondersi e sfuggire alle torture e alla morte.

«Non sarà per sempre», le assicurò Bruce, accarezzandole i capelli. «E ti giuro che se resto tutto intero tornerò da te».

«Sono disposta ad aspettarti per tutta la vita».

Un romanzo che racconta una storia vera, quella di Bruce e Josefine, e uno spaccato di storia che non può e non deve essere dimenticato.



lunedì 16 gennaio 2023

[Recensione] "Libertà d'essere" di Daniela Devona

 


꧁Lascia nudi i tuoi occhi, avranno tanto da raccontare꧂

“Libertà d'essere” è un saggio breve di Daniela Devona che affronta tematiche molto forti quanto importanti, quali il bullismo, i disturbi alimentari, il razzismo, la violenza fisica e verbale, l'amore verso sé stessi e l'autostima.

Il libro racconta la crescita degli adolescenti ai giorni d'oggi con un tono di protesta verso l'eccessivo materialismo della società odierna e quindi anche il cambiamento dei comportamenti loro spesso presi di presunzione. Viene affrontato il tema delle critiche eccessive, di come oggi si sia sempre pronti a giudicare senza considerare i sentimenti altrui e non venga mosso un dito per apportare anche un piccolo cambiamento.

A tal proposito questo saggio è stato scritto con delle testimonianze che sono state inviate all'autrice proprio da diversi adolescenti che hanno subito bullismo e violenza verbale a causa della forma corporea, per l'orientamento sessuale, per il colore della pelle o chi- ancora peggio- ha subito violenza fisica. Questi ragazzi hanno vissuto giorni neri con il magone o l'ansia di andare a scuola, mettersi a confronto con i loro coetanei e con i loro disagi; l'autrice risponde che c'è qualcosa che l'ha salvata dalla sua nemica Ansia (come lei stessa la definisce.) , ovvero l'amore per sé stessa , che l'ha aiutata a uscire dai suoi attacchi di panico e a scoprire di nuovo i suoi sentimenti.

Il linguaggio usato dalla giovane scrittrice è duro, a tratti anche cupo, ma allo stesso tempo molto realista e senza sconti. L'ho trovato anche molto personale, il che fa comprendere che l'autrice porti una sofferenza interna e abbia bisogno di qualcuno con cui sfogarsi, e devo ammettere che è stato molto sorprendente per me sentire una ragazza così giovane scrivere delle parole così forti per trattare l'importanza di tali argomenti.

⭐⭐⭐⭐

venerdì 13 gennaio 2023

[Recensione]"Pomi d'ottone e manici di scopa" di Mary Norton

 


꧁𝙳𝚒𝚟𝚎𝚛𝚝𝚒𝚝𝚎𝚟𝚒, 𝚊𝚝𝚝𝚎𝚗𝚎𝚝𝚎𝚟𝚒 𝚊𝚕𝚕𝚎 𝚛𝚎𝚐𝚘𝚕𝚎, 𝚎 𝚛𝚒𝚏𝚊𝚝𝚎 𝚒𝚕 𝚕𝚎𝚝𝚝𝚘꧂

Carey, Charles e Paul sono tre fratellini che un'estate vengono mandati in vacanza dalla zia Beatrice. Un giorno conoscono per caso Miss Price, caduta nella proprietà della zia…dopo un volo sulla sua scopa! Dopo quello strano incontro i fratellini verranno a sapere che Miss Price in realtà è una strega.

Incuriositi allora da tutta quella magia, i fratelli iniziano a incontrarla più spesso e decidono di imparare qualche semplice incantesimo anche loro. Miss Price dice loro di procurarsi un pomo d'ottone dal loro letto per poi incantarlo e trasformarlo in qualcosa di unico: se infatti lo gireranno nella giusta direzione e diranno un posto in cui vogliono andare, il letto li farà viaggiare!Grazie al pomo incantato i bambini riusciranno a vedere molti posti differenti a loro piacimento, vivendo avventure originali ma anche cacciandosi inevitabilmente in qualche guaio…

“Pomi d'ottone e manici di scopa” è una lettura adatta a tutti, sia per grandi che per bambini, è un classico che ha appassionato tutti sia per la storia piena di magia, sia per il linguaggio semplice e facile da seguire. Mi sono affezionata molto ai personaggi, soprattutto al piccolo Paul (il fratellino dei miei sogni!) e a Miss Price a tal punto che mi è sembrato anche di aver vissuto nella storia con loro e aver viaggiato su quel letto!  La loro simpatia infatti sembra proprio un invito all'uso del pomo e ad un viaggio a dir poco magico!

Credo che la magia che è contenuta in questo libro riesca ad andare oltre le sue pagine e coinvolgere talmente tanto il lettore da non volerlo distogliere dalla lettura, esattamene ciò che è successo a me.Penso che chiunque vorrebbe avere un po' di magia a casa per arricchire le proprie giornate e tuffarsi in un mondo fuori dalla realtà. Credo anche che questa mia osservazione valga anche per i libri, perché è come trasportarsi in altri, diversissimi mondi. 

Si è dimostrata una lettura molto avvincente e intrigante con un finale inaspettato!

Ho letto questo libro con il GDL (Gruppo di lettura) di @sololibrisery e devo dire che è questa lettura è stata maggiormente interessante anche per il fatto che ognuno abbia condiviso le proprie impressioni con altri lettori nel gruppo. 

⭐⭐⭐⭐.5

sabato 7 gennaio 2023

[Recensione]"La gattina che arrivò per Natale"



“Questa cascata di emozioni era più simile alla neve che ora imbiancava lentamente il paesaggio, rendendo tutto nuovo e immacolato, ricoprendo ogni genere di peccato. Forse in questo stava il perdono."


La gattina che arrivò per Natale è una dolcissima favola moderna di Natale che rapisce il lettore fin dalle prime pagine, trasportandolo in un mondo fatto di buoni sentimenti, di amicizia, di lealtà e di amore, in cui una gattina tutta bianca, di nome Palla di Neve, nella veste di un moderno cupido, ci mette lo zampino e riesce a far trovare l'amore anche ai più disillusi.

L'ambientazione è la bellissima Bottega dell'Elfo, il negozio di giocattoli, principalmente Hand-Made di Lara.

Delusa dall’amore e dall’unico affetto rimasto, il fratello, Lara investe l’eredità lasciatole dalla nonna, unico affetto vero della sua vita, nella realizzazione di un sogno: aprire un negozio di giocattoli, proprio a ridosso delle feste di Natale, in un piccolo paese, quello di Braunfels, dove l’atmosfera del Natale è molto sentita. Un negozio che lei concepisce quasi come la casa di Babbo Natale, un punto di riferimento per grandi e piccini che riscalda il cuore.

“Quel negozio era il sogno della nonna oltre al suo, e lei non c’era. Non poteva vederlo, e Lara non poteva parlarci, consultarla o chiederle consiglio. Era sola.

A Braunfels c’è un B&B, Weber House, dove Lara conoscerà tante persone che diventeranno suoi amici, prima fra tutti Emily, la signora Tilly, il signor Muir e la piccola Palla di Neve, una gattina combinaguai, un po' impicciona, che sembra comprendere gli umani, i loro sentimenti e i loro stati d’animo, tanto da intervenire tempestivamente e contribuire a trasformare situazioni negative in momenti di rinascita per ciascun protagonista.

In una favola di Natale che si rispetti, non può mancare il signor Scrooge della situazione, impersonato da Peter, fratello di Emily, titolare della libreria del paese, che in primo momento sembra non nutrire simpatia per Lara e per la Bottega dell'Elfo. Dal cuore ghiacciato, come la neve, Peter nasconde qualcosa nel suo passato, qualcosa che lo ha reso freddo e cinico. Tuttavia, è solo uno scudo protettivo, dietro cui nascondere un cuore tenero, capace di donare tanto amore e di cedere all'amore quasi senza che lui stesso se ne renda conto.

Così, con qualche disastroso, ma provvidenziale, intervento di Palla di Neve, Peter si lascerà conquistare dal Natale, dall’atmosfera che si respira nella Bottega dell’Elfo e da Lara, alla quale ha cercato di resistere inutilmente.

“Era arrivata Lara Wolfe, con il suo negozio e la sua allegria natalizia. Indifferente ai suoi modi scontrosi. Gli aveva eroso le cicatrici attorno al cuore, quelle che lo avevano cambiato tanto.”

Il trionfo dei buoni sentimenti è tutto in questo libro che vi riscalderà il cuore e l’anima.

Un romanzo adatto a tutte le età e capace di conquistare con la forza della semplicità. 

Mi è piaciuta molto l’alternanza della terza persona a quella della prima persona, riservata unicamente alla protagonista indiscussa della trama, la piccola, dolcissima Palla di Neve.

Recensione a cura di Silvia

⭐⭐⭐⭐

mercoledì 4 gennaio 2023

John Ronald Reuel Tolkien: Benvenuti nel Regno del Fantasy



 “Tutto ciò che dobbiamo decidere è cosa fare col tempo che ci viene dato.”

131 anni fa nasceva J. R. R. Tolkien 

Vita

John Ronald Reuel Tolkien (conosciuto semplicemente come Tolkien) è stato uno scrittore britannico e insegnante di letteratura anglosassone alla Facoltà di Oxford. Nacque nel 1892 a Bloemfontein, figlio dei coloni inglesi Arthur Tolkien e Mabel Suffield in Sudafrica, ma solo dopo tre anni tornò in Inghilterra, precisamente a Birmingham, con la madre e il fratello (nato nel 1894). Nel frattempo Tolkien perse il padre solo nel 1896, il quale era rimasto in Africa. Tuttavia le campagne britanniche daranno a Tolkien l’ispirazione giusta per creare la Contea degli Hobbit.

Purtroppo nel 1904 Tolkien perse anche la madre e fu cresciuto da Padre Francis Morgan, sempre a Birmingham dove il giovane continuerà gli studi imparando a padroneggiare numerose lingue, che lo porteranno poi ad inventarne una nuova, che perfezionerà con la scrittura dei suoi romanzi. Nel 1908 si innamorò di Edith Bratt, alla quale poté scrivere solo dopo i vent’anni per l’opposizione di Padre Francis. Nel 1911 ottenne una borsa di studio a Oxford, dove si ritrovò ad insegnare successivamente Letteratura Anglosassone. Qui, con alcuni amici, fondò il TCBS (acronimo di Tea Club and Barrovian Society), dove compì i primi tentativi di scrittura.

Durante gli anni della Prima Guerra Mondiale si arruolò nel 1915 e solamente l’anno successivo riuscì a sposare Edith, dalla quale ebbe inizialmente due figli: John Francis Reuel e Michael.

Nel 1919 Tolkien ebbe il congedo dall’esercito, che gli consentì di completare gli studi all’università. Nel 1921 ottenne la cattedra di lettura a Leeds. Nel 1924 ebbe un altro figlio, Christopher, mentre l’anno dopo ottenne la cattedra come docente di Letteratura a Oxford. Durante questi anni Tolkien si dedicò intensamente alla produzione letteraria. Morì nel 1973.

Produzione Letteraria

Chi l’avrebbe mai detto che un professore così serio potesse diventare un autore di un genere così lontano alla realtà? Perché tutti conosciamo Tolkien come il Padre, il Re indiscusso del genere fantasy, colui che ha posto i pilastri per erigere un Regno che va al di là di del reale e che ha dato l’ispirazione giusta agli scrittori che lo hanno succeduto.

La produzione scritta di Tolkien comincia nel 1937, grazie a Lo Hobbit, che diede inizio alla celeberrima trilogia de Il Signore degli Anelli (1944-1955) della quale fanno parte La compagnia dell’anello, Le due torri e Il ritorno del re. Queste sono le opere di maggiore rilevanza. Durante gli ultimi anni della sua vita, Tolkien iniziò a scrive Il Silmarillion, che però non riuscì a terminare a causa della sua morte. Il Silmarillion fu pubblicato postumo dal figlio Cristopher.

Allora qual era la formula magica che consentì a Tolkien di ottenere così tanta fortuna con i suoi libri? Da professore precisino qual era, dopo aver trovato la giusta collocazione dei suoi racconti, ne curava ogni dettaglio, le distanza tra diversi regni e la durata di ogni viaggio, caratterizzava il più possibile ogni personaggio in modo da renderlo più affascinante possibile e infine caratterizzava ogni avvenimento, a tal punto che la magia potesse raggiungere il lettore.