giovedì 13 luglio 2023

[Recensione] "La portalettere" di Francesca Giannone

Attraverso un arco temporale di circa vent’anni, l’autrice ci fa conoscere le vicende della famiglia Greco che vive in una piccola località salentina, Lizzanello.

Siamo agli inizi degli anni ’30, quando Carlo Greco decide di ritornare nel suo paese d’origine con il figlio, ancora molto piccolo, e la moglie Anna.

Anna non è una donna del Sud e lo dimostrerà fin da subito. Anna ha una sua personalità, un suo stile di vita, è colta e ama la lettura, non va in chiesa e dice sempre ciò che pensa. Anna è se stessa e, per questo motivo, a Lizzanello per tutti è la forestiera, la donna straniera, venuta da fuori.

Anna è una donna molto bella, affascinante, che sa parlare il francese, e di lei si innamorerà perdutamente e, segretamente, il fratello di Carlo.

Lui è Antonio che è sposato con una donna che forse non ha mai amato e che è in tutto e per tutto l’esatto opposto di Anna.

Con Anna, Antonio condivide la passione per la lettura. Leggono gli stessi libri e poi li commentano e tra loro si crea una forte amicizia, un legame che non andrà mai oltre i limiti.

Anna è la moglie di Carlo, Anna ama Carlo; Antonio lo terrà sempre ben presente e rimarrà fedele alla moglie sebbene, di fatto, da separato in casa.

Anna però riuscirà a ritagliarsi uno spazio importante a Lizzanello; infatti, parteciperà e vincerà un concorso alle Poste come portalettere.

Anna rompe tutti gli schemi di una piccola comunità che vede la donna solo come moglie e angelo del focolare domestico, spesso sottomessa alla volontà di un marito padrone.

Anna inizierà a essere una presenza amica, consegnerà lettere di parenti lontani, di figli e mariti emigrati per lavoro, lettere d’amore di fidanzati e, qualche volta, a causa del diffuso analfabetismo, le leggerà.

E ad Anna toccherà consegnare le cartoline di richiamo alle armi per la Seconda Guerra Mondiale.

Anna è un esempio di donna moderna ante litteram, è una donna che si fa forte della sua cultura e delle sue idee, che conserva e difende anche a costo di apparire impopolare persino con la sua famiglia.

Anna è una femminista, è un’amica delle donne, di quelle sole o vittime di violenza, di ragazze madri ripudiate dalla società o di donne giudicate male ingiustamente da una comunità bigotta che vive di cliché.

Anna è orgoglio, è dignità, è esempio di madre amorevole, di moglie innamorata, ma non disposta a sottomettersi per questo alle idee del marito.

Anna è integrità, forza e coraggio.

Un libro che appassiona, ben scritto, che racconta con garbo uno spaccato di storia italiana del sud Italia.



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