La giornalista Anna Calì esordisce nel mondo della scrittura di evasione con il giallo "Le melodie del Golfo", un libro che, prima di essere un giallo intricato e dai contorni oscuri, è una dichiarazione d'amore a Napoli, città dell'autrice.
"A Napoli vivono solo i sopravvissuti, abitare la città è un atto di resistenza che rischiede metodo, organizzazione, legami, relazioni e strategie quotidiane. [...] Eppure a Napoli esiste la felicità."
L'affetto dell'autrice nei confronti della sua città traspare in ogni pagina e nella straordinaria capacità descrittiva con la quale mostra al lettore ogni angolo della città, scorcio di mare, paesaggio.
In questa splendida cornice, su cui regna sua maestà il Vesuvio, si consumano le vicende dei protagonisti, componenti del gruppo Le melodie del golfo la cui cantante è la bravissima soprano Partenope.
Dopo un concerto importante, di musica classica e tradizionale, il soprano scorge tra la folla una figura che non riesce a metterre a fuoco, ma proprio dopo quel concerto della donna si persono le tracce. Fino a quando il suo corpo non viene trovato privo di vita accanto agli spartiti della Tosca.
Chi ha ucciso Partenope e perchè? Cosa c'entra la Tosca con la morte della cantante?
"Tosca è un'opera dove la tragedia e il tradimento sono al centro della trama. Volevo che Partenope sentisse il peso della sua stessa tragica fine, che capisse il tradimento da parte di chi le era più vicino."
A indagare è un uomo integerrimo, al servizio della legge: il commissario Antonio Musella. Il giallo segue i classici schemi in cui tutti e nessuno sembrano colpevoli, ma ogni piccolo particolare può essere fondamentale per risolvere il caso.
E gli indizi chiave potrebbero essere uno Stradivari Vesuvius del 1727 e un antico pianoforte Steinway.
In che modo sono legati alla morte dei Partenope? E soprattutto chi è stato a tradire Partenope?
Il commissarrio non lascia nulla al caso e grazie alla sua dedizione al caso scopre un losco traffico...
Un giallo che si legge velocemente, in cui la penna dell'autrice e quella della giornalista in qualche passaggio si fondono e diventano un'unica cosa. La giornalista presta all'autrice la sua penna e il suo stile stringato, preciso e senza fronzoli, che rendono la narrazione più realistica da un lato; dall'altro l'autrice mette a tacere la giornalista e si lascia andare a un ricordo commosso e partecipato verso la città natale. Napoli è "... la peggiore città più bella del mondo."
Silvia M.