domenica 14 dicembre 2025

[Calendario dell'Avvento] Giorno 14: Santa Claus is coming to town

 



You’d better watch out, you’d better not cry…Sono queste le prime parole della celebre canzone Santa Claus is coming to town, di cui oggi parleremo.

È una canzone nata negli Stati Uniti nel 1932, quando Haven Gillespie si trovava in un bar dove scrisse il testo della canzone sul retro di una busta. Il compositore, rivolgendosi forse a un bambino, gli dice di comportarsi bene perché Babbo Natale sta arrivando ed è in grado di capire chi si è comportato bene e chi male.

A comporre le melodie fu J. Fred Coots, grazie alla sua amicizia con Gillespie. I due tentarono a lungo di trovare un interprete, finché non si unì a loro Eddie Cantor.

La prima versione, tuttavia, fu registrata il 24 ottobre 1934 da George Hall and the Hotel Taft Orchestra e Sonny Schuyler. Anno dopo anno, divenne una canzone sempre più caratterizzante del natale, guadagnando sempre più versioni nel corso del tempo.



sabato 13 dicembre 2025

[Calendario dell'Avvento 2025] Recensione: The family man (2000) di Brett Ratner

 



C’è un film che è diventato un classico, un capolavoro che è impossibile non guardare: si tratta di The family man, con Nicholas Cage e Tea Leoni.

Nicholas Cage interpreta Jack Campbell, un uomo che dice di avere tutto. Ricco, proprietario di un bell’appartamento, di una macchina lussuosa e vestiti firmati, ed è presidente di un’azienda a Wall Street.

Tutto cambia dopo un incontro inaspettato in un negozio di generi alimentari, quando si ritrova a sedare una rapina a mano armata. Fuori dal negozio, il rapinatore gli chiede di cosa ha bisogno, Jack risponde di avere tutto.

Il giorno dopo, ogni cosa cambia: Jack si ritrova nel giorno di natale a casa della sua ex fidanzata Kate, che aveva lasciato in seguito a un percorso di studio e lavoro a Londra. In preda al caos, scopre di trovarsi in una sorta di realtà alternativa, dove è sposato con Kate e con la quale vive in una casetta molto accogliente con i figli e il loro golden retriever.

Con il passare del tempo, dovrà imparare ad adattarsi alla “nuova realtà”: questo comporterà essere un marito fedele e un padre pronto ad assecondare i figli, a portare a spasso il cane, a lavorare presso un gommista e a riprendere la sua vecchia vita.

È proprio in questo periodo che Jack capisce di non aver avuto proprio tutto.

Ogni anno è impossibile non guardare questo film. È uno di quelli che non riesci a lasciare a metà, che ti coinvolgono fino alla fine portandoti a riflettere su moltissime tematiche. In primis è come se continuasse a chiederti: “Sei sicuro di avere tutto?” Ed è proprio in quel momento che ti aiuta a concentrarti su ciò che hai o no.

Il film mette al centro dell’attenzione il tema della famiglia, quel nucleo fatto di semplici cose, parole e atte, ma che sono in grando di rendere incredibilmente felici. La “nuova vita” di Jack e Kate non è costruita sui soldi, che non necessariamente portano alla felicità, ma su una scelta di amore e affetto.

A proposito, è naturale rivolgere un pensiero anche alle amicizie più sincere, quelle che non ci abbandoneranno mai, e che Jack riscopre.

La storia viene ogni volta raccontata con una tenerezza infinita, che riscalda il cuore e commuove.



venerdì 12 dicembre 2025

[Calendario dell'Avvento 2025] Ricetta del tronchetto di cioccolato



Ingredienti

·       5 uova;

·       70 grammi di zucchero;

·       1 fialetta di aroma alla vaniglia;

·       80 ml di olio di semi di girasole

·       40 g di amido di mais;

·       15 g di cacao amaro;

·       250 g di crema di nocciole;

·       500 ml di panna (va bene anche la panna vegetale);

·       25 g di farina di cocco per decorare (facoltativa).

Procedimento

1.       Separiamo gli albumi dai tuorli. Montiamo a neve ferma gli albumi e aggiungiamo lo zucchero. Mescoliamo con una frusta a mano (anche se vanno bene pure le fruste elettriche) per incorporare tutti gli ingredienti e mantenere il composto spumoso. Continuando a mescolare aggiungiamo i tuorli uno per volta. Infine, aggiungiamo l’aroma di vaniglia. Ora versiamo l’olio di semi, quando è incorporato passiamo all’amido di mais setacciato e per ultimo il cacao amaro.

2.       Versiamo l’impasto in una teglia 35 x 35 cm, rivestita di carta forno. Distribuiamo bene con una spatola. Inforniamo a 180 °C con il forno statico per 15 minuti, oppure a 170 °C con il forno ventilato per 15 minuti. Una volta sfornato lasciamo raffreddare e sostituiamo il foglio di carta forno usato in cottura con uno pulito.

3.       Spalmiamo la crema alla nocciola su tutta la base. In una ciotola capiente montiamo a neve la panna zuccherata e incorporiamo la farina di cocco. Versiamo metà della panna sulla base e livelliamo bene con una spatola. Delicatamente, arrotoliamo il tronchetto. Aiutiamoci con il foglio di carta forno che dovrà avvolgere tutto il rotolo. Mettiamo in frigorifero per un’ora.

4.       Trascorso il tempo possiamo farcire il tronchetto innevato di Natale. Cominciamo a tagliare ed eliminare due fette sottili alle estremità per rifilare i bordi. Ora dobbiamo creare un ramo da attaccare al tronco principale. Tagliamo in diagonale una bella fetta lunga qualche centimetro. Attacchiamo la fetta di sbieco sul tronchetto. Spalmiamo tutta la panna rimasta sul tronchetto lasciando libere le estremità per mostrare l’interno bicolore. Passiamo una forchetta con movimenti ondulati per decorare tutta la superficie del tronchetto. Spolverizziamo con farina di cocco. Infine, decoriamo a nostro piacimento: potremo utilizzare decorazioni di zucchero, ribes oppure anche foglioline di pungitopo.

Il tronchetto è pronto per essere servito e gustato con i vostri cari!


 

giovedì 11 dicembre 2025

[Calendario dell'Avvento 2025] Giorno 11: "Io sono Babbo Natale" (2021) di Edoardo Falcone

 




Oggi mi piacerebbe consigliarvi un film, una commedia di Natale all’italiana: si tratta di “Io sono Babbo Natale” uno degli ultimi film di Gigi Proietti, qui in collaborazione con Marco Giallini.

Il film inizia con un piccolo preambolo del Natale del 1975:il piccolo Ettore non trova i regali sotto l’albero, come succede da qualche anno. Scrive così una lettera a Babbo Natale, dicendogli di voler prendere il suo posto e diventare un bambino più buono. Nonostante questo, Ettore diventa un delinquente e si trova spesso in carcere. Quando esce nel 2019, scopre che sua moglie, con cui ha avuto una figlia, l’ha lasciato.

Ritrovatosi da solo, va a dormire in un parco dove incontra un uomo che si chiama Nicola e dice di avere ben 125. Benché in un primo momento Ettore cerchi di derubarlo o non si mostri gradevole nei suoi confronti, durante il film inizia a essere sempre più tranquillo e tollerante, finché Nicola non gli rivela la verità sulla sua identità: dice di essere il vero Babbo Natale e di essersi trasferito a Roma da Rovaniemi per problemi di salute.

Durante il film, Ettore diventerà sempre più consapevole delle sue azioni passate e a fare amicizia con Babbo Natale, con il quale instaurerà un rapporto di cooperazione, e con i suoi amici elfi.

Guardare questo film è stato davvero divertente: vedere un Babbo Natale romano è stato tanto insolito quanto  piacevole.

È una di quelle commedie che riescono a farvi ridere ma anche a farvi riflettere sui propri sbagli, quasi fosse una forma di umorismo. È quello che fa anche Ettore nel corso della storia: si troverà spesso a guardare ai suoi misfatti, ma allo stesso tempo tenterà di andare avanti e superarli, magari facendo qualcosa di buono nella sua vita.

Ettore è un personaggio che attraversa un evoluzione: dagli atti di delinquenza al riscatto personale, dalla perdita di ogni rapporto al recupero della relazione con la moglie e l’inizio di una nuova amicizia proprio con Babbo Natale.

Recensione a cura di Serena



mercoledì 10 dicembre 2025

[Calendario dell'Avvento 2025] Giorno 10: Recensione di "Il club dell'uncinetto" di Marta Marchese

 


Il Natale è per molti il periodo più bello dell'anno, la festa per eccellenza da trascorrere in famiglia, ma non è così per Emma che avverte quel primo Natale da divorziata come il periodo più triste.

Emma vive male l'abbandono del marito, il matrimonio fallito, quel figlio che non è mai arrivato.

Vive una vita di giorni tutti uguali, senza gioia e senza scopo, nel silenzio di una casa diventata troppo silenziosa, con un carico di ricordi che sono un pesante fardello da portare.

Finché un giorno il destino sembra bussare alla sua porta. Emma si imbatte in un bizzarro volantino nel quale si fa la reclame a un Club dell'uncinetto, con tanto di via e di numero civico.

In un primo momento, la donna getta il via il volantino, ma subito dopo d'istinto lo recupera e decide di andare a dare un'occhiata al Club.

Arriva davanti a un cottage, pigia il campanello e ad aprirle sarà una simpatica donna avanti con gli anni che la accoglierà all'interno della sua casa, dove ci sono altre donne, anch'esse non più giovanissime, che ogni giovedì si incontrano e realizzano capolavori all'uncinetto. C'è solo un problema: Emma non sa cosa sia l'uncinetto!

Eppure, tra una chiacchiera e una tezza di té fumante, tra succulenti torte e deliziosi biscotti, tra Emma e le signore dell'uncinetto si instaura un rapporto familiare, fatto di calore e confidenze, di amiciza e supporto.

Emma sarà coinvolta dalla magica atmosfera del Natale e pian piano riprenderà a sorridere. Il casuale incontro con un bel giardiniere sarà un piacevole imprevisto nella vita della donna, ma niente è facile e scontato. Ogni vita nasconde un segreto ed Emma lo scoprirà grazie all'acquisto dell'albero di Natale!

"Il club dell'uncinetto" è un gradevole cozy book che racchiude in appendice le ricette dei dolci, dei biscotti e degli infusi di té citati nel libro.

Si tratta di una novella natalizia delicata che riscalda il cuore e che fa sperare nel valore e nel potere dell'amicizia.

Cinque stelle meritate per anche per le illustrazioni contenute nel libro e la splendida cover!

Recensione a cura di Silvia M.





martedì 9 dicembre 2025

[Calendario dell'Avvento 2025] Giorno 9: Carol of the bells

 





Ogni anno il natale viene arricchito e reso sempre più magico dai canti che ascoltiamo o ci ritroviamo a cantare. Uno di questi è “Carol of the bells”, che abbiamo sentito in molteplici versioni, ma che ha le sue origini in Ucraina. Originariamente era una canzone scritta per augurare un buon inverno.

Fu composta nel 1916 dall’ucraino Mykola Leontovich e fu inizialmente intitolata Shchedryk. In origine il brano parlava infatti di una rondine che si sarebbe recata da un uomo per predirgli che l’anno successivo avrebbe ottenuto moltissime ricchezze, tra bestiame, denaro e una bella moglie. Successivamente il direttore del coro Koshyts chiese a Leontovich di scrivere una melodia basata sulle canzoni popolari ucraine, il quale creò un’opera del tutto nuova. Koshyts nel 1919 formò poi il primo coro nazionale per promuovere la musica ucraina. Nel frattempo la musica di Leontovich divenne sempre più popolare, finché il coro non decise di introdurre il canto anche in altri stati all’estero, tra questi proprio gli USA, dove eseguì un concerto sold out il 5 ottobre 1921.

Quando il direttore d’orchestra americano Peter Wilhousky ascoltò la melodia di Leontovich decise di fargli apportare alcune modifiche nel testo e nella musica, pubblicando così una nuova versione nel 1936.

Le registrazioni americane della canzone in inglese iniziarono ad emergere negli anni '40 da gruppi importanti come Fred Warring e i suoi Pennsylvanians, il Roger Wagner Chorale e la «Hour of Charm All-Girl Orchestra» di Phil Spitalny.

Oggi esistono moltissime versioni di Carol of the bells, potremmo citare quella dei Pentatonix, gruppo polifonico a cappella americano, che ne ha riportato un arrangiamento tanto melodica quanto ritmata.  Vi è poi la spettacolare versione di Peter Hollens, in collaborazione con il One voice children choir e il BYU Men's Chorus. Il solo ascolto potrebbe proprio sembrare quello di una colonna sonora di un film. Non meno bella è anche la versione delle sorelle Cimorelli, un gruppo musicale tutto al femminile, formato da sei sorelle amanti della musica.

A cura di Serena.

lunedì 8 dicembre 2025

[Calendario dell'Avvento 2025] Giorno 8: L'origine del Pandoro

 





Esattamente come il panettone, anche il pandoro è diventato un protagonista dei dolci natalizi. Quanto alle sue origini, ci sono molte notizie, spesso anche discordanti. Secondo alcune fonti, dovremmo farle risalire al Sedicesimo secolo nella Repubblica di Venezia, nella quale vi era una bizzarra usanza che prevedeva la decorazione con alcune foglie d’oro di pietanze tipiche. Qui sarebbe nato un dolce conico chiamato “pan de oro”.

Molti pensano invece che sia l’evoluzione di un dolce austriaco, il Pane di Vienna, per l’appunto.

La data storica che segna la nascita vera propria del pandoro è il 14 ottobre 1884, giorno in cui il pasticcere veronese Domenico Melegatti depositò il primo brevetto per un pane dolce lievitato, a forma di stella a otto punte, ispirato a sua volta da un altro dolce, il Levà. Quest’ultimo sarebbe un pane condito con canditi e dalla copertura di mandorle e zucchero.

Il primo pandoro si rivelò subito un successo, che spinse Melegatti a far creare un forno e stampi appositi.

Ed è da questa storia di dedizione e pazienza che è nato uno die dolci di natale più celebri.