Dan Brown ha mostrato tutta la
sua bravura nel thriller, nel creare un intreccio scaltro e avvincente, nel suo
romanzo “Angeli e Demoni”.
La vicenda narrata comincia
presso il CERN, un prestigioso istituto di scienziati e fisici che si trova a
Ginevra, dove due scienziati, Leonardo e Vittoria Vetra, hanno sviluppato una
sostanza rara e avanzatissima in antitesi alla materia, detta appunto
antimateria. La loro ricerca sembra essere avvenuta in totale segretezza,
almeno finché uno sconosciuto non uccide brutalmente Leonardo, marchiandolo a
fuoco sul petto con la scritta “Illuminati”.
Chi sono gli Illuminati? È
proprio in questo momento che entra in gioco Robert Langdon, insegnante di
simbologia religiosa presso l’Università di Harvard, che viene chiamato
dall’integerrimo direttore del CERN, Maximilian Kohler, consapevole della sua
approfondita conoscenza dell’argomento. Una volta arrivato, Langdon spiega che
gli Illuminati sono stati una setta segreta dal carattere fortemente anti-ecclesiastico,
fondata a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento da una cerchia di scienziati
al fine di continuare le proprie ricerche senza essere ostacolati
dall’oppressione della Chiesa.
Subito dopo il loro dialogo,
subentrerà nella storia Vittoria Vetra, una donna brillante e determinata che
spiegherà al professore americano che l’antimateria viene tenuta isolata in un
apposito contenitore per prevenire il suo contatto con la materia; se queste si
scontrassero, avverrebbe immediatamente la distruzione di un intero centro
abitato.
Il contenitore con
l’antimateria, fortunatamente, viene localizzato: sembra che si trovi a Città
del Vaticano, dove contemporaneamente si sta svolgendo il conclave. Robert e
Vittoria partono immediatamente per ritrovare il famigerato ordigno e
smascherare l’artefice dell’atto scellerato. È proprio tra le strade di Roma
che prende vita una folle corsa contro il tempo, tra chiese, archivi e segreti
che sembrano destinati a saltare fuori.
Dopo aver letto Il Codice Da
Vinci, mi sono semplicemente innamorata dello stile di Dan Brown, di quella
penna capace di fondere storia, arte e leggenda e tirarne fuori una storia al
limite tra realtà e fantasia, ma pur sempre credibile.
Ciò che mi ha colpito
maggiormente di questo romanzo è il suo aspetto attualizzante nei confronti di
un tema che abbiamo più volte approfondito nei libri di storia: la lotta tra la
Chiesa e la Scienza, quella disciplina rigorosa che più volte ha sfidato le sue
verità immutabili. Questo tema viene reso attuale nello scenario di Roma, una
Città metropolitana e movimentata tramite i personaggi che danno forma alla
storia, tra i protagonisti Langdon e Vittoria, i cardinali in conclave
custoditi dalle Guardie Svizzere, il giovane camerlengo Carlo Ventresca,
Maximilian Kohler e un folle assassino che si muove nei meandri della Città Eterna.
Ciascuno dei personaggi citati
ha un ruolo fondamentale nella storia e Dan Brown ne approfondisce la
psicologia in modo dettagliato e scrupoloso. Durante la lettura, sembra di
conoscerli tutti, o quasi.
Il libro, infatti, è pieno di
colpi di scena. Fare delle ipotesi sul finale diventa quasi impossibile,
proprio perché tutte le aspettative vengono stravolte senza alcuna
prevedibilità. Perché tutto questo? Semplice: a causa di una suspence
avvincente e mai scontata.
A rendere ancor più intrigante
il romanzo è la presenza di opere d’arte e spiegazioni a proposito, tramite la
bocca dell’affascinante Professor Langdon. Durante i suoi interventi nel corso
della storia, il tempo sembra fermarsi, la realtà sparisce e ci si può
immaginare quasi a prendere parte alla vicenda narrata.
Si potrebbe continuare a leggere
senza curarsi più del tempo e si potrebbe andare avanti così ancora per
molto…anche nel cuore della notte!
Recensione a cura di Serena.