sabato 24 dicembre 2022

[Recensione]"Un Natale d'altri tempi" di Tilly Tennant

 


"[...]a me ha fatto capire che la vita è breve e preziosa, e che non volevo sprecare altro tempo."

Dodie è una ragazza che gestisce un negozio di vestiti antichi a Bournemouth. Ama i film d’epoca, il Vintage e la moda. La sua vita scorre tranquilla finché non trova per caso nella tasca di un cappotto una lettera del 1944 che un certo George aveva mandato a una donna che si chiamava Margaret. È una lettera d’amore, con delle parole così sensuali che spingono Dodie a condurre delle ricerche a proposito per restituirla al vero destinatario.

Durante le ricerche, a partire dall’indirizzo cui era stata spedita la lettera, Dodie si imbatte in Edward, un ragazzo dal carattere apparentemente ombroso che però andrà sciogliendosi con il rafforzamento della loro amicizia. Insieme riusciranno a ottenere risultati sorprendenti e a ricostruire pezzo dopo pezzo il passato di quella misteriosa missiva.

Ho trovato questa lettura natalizia molto avvincente e romantica al tempo stesso! Mi è piaciuta molto la storia della lettera che ha dato un tocco originale e magico al libro, che gli ha conferito un’aria diversa da tutti gli altri libri di natale. Anche io ho cercato di immedesimarmi nella protagonista condividendo i suoi pensieri e le sue riflessioni, che stimolano la curiosità del lettore spingendolo ad andare avanti per scoprire più dettagli. Il libro è anche pieno di monologhi interiori che rendono il libro anche più personale come se fosse Dodie a scrivere.

Ci sono state infatti due storie  che si sono incrociate per poi arrivare a un solo sorprendente finale (con un notevole colpo di scena) che mi ha lasciato col fiato sospeso per un paio di istanti. Mi sono affezionata molto ai personaggi, soprattutto a Dodie e Edward.

Ciò che però rallenta un po’ il ritmo narrativo è la lunghezza dei capitoli, infatti ce ne sono alcuni molto lunghi e pieni di descrizioni, che portano il lettore a saltare qualche pagina.

⭐⭐⭐⭐

giovedì 22 dicembre 2022

[Recensione]"Il segreto di Sissi" di Emily Pigozzi

 

Da appassionata quale sono della storia della principessa Sissi di Possenhofen e della corte austriaca degli Asburgo, non potevo non leggere l'ultimo lavoro di Emily Pigozzi.

Credetemi, è un libro che ho divorato, un libro che intreccia realtà e fantasia, ma che mette in luce il carattere tormentato dell'Imperatrice d'Austria che amava più spesso rivestire il ruolo di regina d'Ungheria.

La vita di Sissi si intreccia per caso a Gödöllö, dove si trova la reggia d'Ungheria, a quella di una trovatella, Edith, che ha un segno caratteristico, due occhi di colore diverso, che l'hanno resa vittima di superstizione da parte della gente del luogo. Di origine gitana, quella trovatella, giunta alla reggia da chissà dove, era considerata da molti alla stregua di una strega, ma non da Sissi.

La regina era straordinariamente aperta, rompeva tutti gli schemi, andava oltre le apparenze e volle quella giovane ragazzine come sua cameriera.

Tra lei e Edith nasce con il tempo un rapporto di fiducia: Sissi sa che si può fidare di lei ciecamente e Edith ha nei confronti della sua regina devozione assoluta.

Una storia affascinante quella che con il tempo si consoliderà tra le due donne.

Sissi farà di tutto per far sì che Edith possa avere un riscatto sociale e la vita a cui anela. Un amore, una famiglia, dei figli. Una normalità fatta di poche cose, frutto anche di rinunce, ma costituita da sentimenti autentici.

Tutto ciò a cui Sissi aveva dovuto rinunciare per assumere il ruolo che la vita o forse Franz, aveva scelto per lei quando era solo poco più di una bambina: quello dell’Imperatrice d’Austria.

Complimenti all'autrice che ha saputo regalarci una storia affascinante con uno stile elegante e al contempo semplice da leggere.

Recensione a cura di Silvia.



martedì 20 dicembre 2022

[Recensione]"Carusi di miniera" di Tania Anastasi

 


Purtroppo anche nella nostra contemporaneità ci sono posti dove quelle piccole mani raccolgono caffè, o estraggono il cobalto per i nostri cellulari, sale e carbone. Sono tanti i bambini che sono sfruttati a pochi passi da noi oa migliaia di chilometri. Si chiamano Fano, Ciro, Teo, Raul, Alejandro, Madam, Mahesh e tutti questi piccoli lavoratori sono stati rappresentati da Iqbal, schiavo presso una fabbrica di tappeti, che ha urlato forte, troppe forte questa moderna schiavitù e le sue parole hanno dato fastidio : per questo è stato ucciso. "


Mi piacerebbe poter dare un titolo a questa lettura: Perché ogni bambino non deve soffrire mai più!

Il libro di Tania Anastasi è un piccolo gioiello che racconta una Sicilia d'altri tempi e lo fa con garbo, con partecipazione, con l'affetto di chi sente i sentimenti e le emozioni che trasferisce su carta.

Ogni capitolo riporta un antico proverbio siciliano, uno di quelli che racchiude in poche parole tutta la saggezza degli antichi.

Il libro racconta una triste realtà, quella dello sfruttamento minorile nelle miniere di zolfo, una sorta di inferno in terra, e lo fa raccontando le vicende di Fano e della sua famiglia. Gente umile, semplice e povera, una famiglia numerosa che vive del proprio lavoro, un lavoro umile e povero. Una stanza per casa, un pasto frugale e un padre come unica colonna portante della famiglia. Quando il padre si ammala di polmonite, la madre di Fano non ha che una sola scelta: sacrificarlo, “affittarlo” a Don Cirino, uno sfruttatore cinico e senza scrupoli che impiega i bambini per farli lavorare nelle miniere di zolfo.

Fano da fratello maggiore, da bambino, diventerà improvvisamente adulto. Conoscerà la fama, la sofferenza, il dolore e l'amore, quello di una bellissima fanciulla, anche lei impiegata nelle miniere di zolfo, con il compito di dare da bere agli operai.

Fano però conoscerà anche l'inferno, proverà sulla sua pelle cosa vuol dire essere privati ​​della propria dignità di uomo ed essere trattato alla stregua di un animale.

Essere considerato una bestia da carico, buono solo per scendere nelle viscere della terra e risalire, ingobbito dal peso, con la gerla colma di zolfo.

Come lui Mino, che morirà per il peso del troppo lavoro, per denutrizione, per mancanza di condizioni igieniche.

Alle spalle del racconto, si intravede una società fatta di ricchi e di poveri, di pregiudizi e discriminazioni sociali, un racconto di altri tempi che presenta aspetti di straordinaria modernità.

Complimenti all'autrice per averci regalato questo gioiello e per aver fatto luce su vicende che hanno bisogno, ancora oggi, di essere urlate.


Recensione a cura di Silvia.




giovedì 15 dicembre 2022

[Recensione]"Colpa delle stelle" di John Green

 


"È questo il problema del dolore. [...] Esige di essere sentito."

Hazel ha sedici anni e un vero miracolo alle spalle: il cancro ai polmoni che le era stato diagnosticato quando aveva solo tredici anni è in regressione. Nel frattempo lei vorrebbe vivere come un’adolescente normale, ma è allo stesso tempo consapevole di dover vivere per sempre con un brutto fardello. Un giorno, durante una seduta con un gruppo di supporto, conosce Augustus Walters, un ragazzo di diciassette anni che ha appena superato un osteosarcoma alla gamba, che ha una smisurata voglia di vivere e che agli occhi della ragazza sembra incredibilmente bello e sexy. Tra i due si instaura una forte amicizia, che li spingerà a vivere insieme molti momenti e a supportarsi in quelli di sconforto, parlando delle loro stelle e della loro sorte.

Ho adorato questo libro per diversi motivi. La storia è molto dinamica proprio per il suo linguaggio. Infatti nei primi capitoli si parla dei primi incontri tra Hazel e Augustus, delle loro discussioni adolescenziali sulle loro passioni (tra le quali condividono la lettura), della manifestazione della loro voglia di vivere e i momenti più romantici che diventeranno sempre più frequenti nel corso della storia e che li porteranno a passare insieme la maggior parte del loro tempo.

Dopo la metà del libro, però, si cambia totalmente scenario: si passa a una successione di eventi commoventi che stravolgeranno il corso della storia tra Hazel e Gus e che strapperanno qualche lacrima anche al lettore, fino ad arrivare al finale emozionante. Io stessa non ho potuto trattenere le lacrime.

Nessuno di noi è in grado di prevedere il proprio futuro, il quale può essere costruito da noi stessi oppure può costruirsi da sé, stabilendo già un Destino ben preciso per ognuno di noi. E se così fosse? Come riuscire a passare il proprio tempo senza pensare a una fine? Non basta stare a guardare le proprie stelle e chiedersi “Perché proprio a me?”, ma è necessario anche saper vivere il proprio presente realizzando i propri desideri senza forzare i propri sentimenti, proprio come hanno fatto Hazel e Gus consolidando la loro storia e vivendola insieme in ogni singolo momento.



venerdì 9 dicembre 2022

[Recensione] "NAP- Non avere paura" di Annalisa Baeli

 


NAP non è altro che l’acronimo di Non avere paura! E questo è quello che vogliamo da voi stasera, che non abbiate paura: non abbiate paura di dire alle persone che amate quanto siano importanti per voi, non abbiate paura di essere troppo audaci o coraggiosi, non abbiate paura di saltare dal burrone delle vostre convinzioni!”

Ho voluto iniziare la recensione citando questo significativo estratto. Infatti, NAP può essere un monito di incoraggiamento per ognuno di noi, ogniqualvolta la paura la farà da padrona e ci condizionerà la vita.

Un buon NAP per funzionare ha bisogno tuttavia di una serie di condizioni. Condizioni che presuppongono un radicale cambiamento di vita. Tale cambiamento qualche volta può essere determinato da circostanze fortuite, altre volte dall’incontro con persone che possono riuscire a tirare fuori il meglio di noi.

Jamie, la protagonista del romanzo, era piena di paure che probabilmente cercava di colmare o sedare acquistando ceramiche preziose, perlopiù teiere, tazzine pregiate, biscottiere e zuccheriere. Erano una sorta di coccola gratificante, una confort zone della quale non poteva fare a meno. Jamie aveva avuto un’infanzia difficile: la separazione dei genitori, l’abbandono della madre che si era rifatta una vita, dimenticandola, e Terence, un padre alcoolizzato e distratto. Jamie era cresciuta con l’affetto di persone esterne alla sua famiglia, aveva imparato a badare a se stessa e sognava, un giorno, di vivere in un bel quartiere, in una villetta dotata di tutti i confort, con un uomo che la amasse e insieme al quale costruire una famiglia.

Un giorno, il suo coinquilino, alla perenne ricerca di se stesso, decide di partire per l’ennesimo lungo viaggio e di affittare il posto letto a Logan Walsh, ex Marines.

Dal momento in cui Logan entra nella vita di Jamie, sarà un crescendo di colpi di scena. L’autrice stupisce il lettore, lo disorienta, si ha sempre la costante sensazione di aver compreso la fine e invece poi interviene un nuovo elemento e tutte le carte vengono rimescolate.

Logan è un uomo affascinante, con un passato tormentato, difficile. Un ex padre assente che cerca di recuperare con il figlio il tempo perso. Egli stesso è stato adottato e va alla ricerca delle sue origini.

Logan è un personaggio che lo si ama o lo si odia. Sembra che in un primo momento faccia perdere la testa alla bella Jamie, a sua volta fidanzata con James, un rapporto quasi platonico se messo a confronto con le bollenti scene d’amore e di sesso descritte nel libro che vedono protagonisti Jamie e Logan. I due si prendono, si lasciano , si rincorrono, si odiano, si detestano ma alla fine finiranno con l’amarsi profondamente.

Ma l’amore può bastare? Se ci sono degli aspetti irrisolti che creano voragini nel cuore, può un amore folle, istintivo, irrazionale, bastare a dare equilibrio a una coppia?

NAP è un romanzo a forti tinte hot, pertanto è consigliato a un pubblico adulto, ma ha una trama travolgente, ben strutturata.

Originale è l’uso della seconda persona che dà l’impressione che ci sia un narratore onnisciente, soluzione che rende il romanzo vivo e dinamico, ne rappresenta a mio avviso il suo punto di forza, vista anche l’estensione della trama.

Recensione a cura di Silvia.

⭐⭐⭐⭐



sabato 3 dicembre 2022

[Recensione] "Il gatto del Papa" di Flavio Insinna


 "Il grande inganno, la più grande trappola per l'essere umano è il pregiudizio, la paura di ciò che non ci somiglia e ci sembra impossibile. Quel gatto voleva qualcosa da lui? Bene, non si sarebbe nascosto e avrebbe cercato di capire. "

Il gatto del papà è un libro che ho terminato di leggere in due giorni, è il tipico libro in cui una pagina tira l'altra.

Non si sa chi sia il pontefice del libro, di certo si tratta di un uomo coscienzioso, con qualche acciacco di salute e un invadente camerlengo. Almeno a detta del nostro amico felino, che una sera, sfuggendo a tutti i controlli, riuscì ad entrare nell'appartamento del papa. Ma non è questo il fatto strano o perlomeno non è l'unico e il più importante. Infatti, il gatto riesce a parlare al pontefice e a fargli sentire la sua voce. Il pontefice a sua volta è l'unica persona in grado di sentire quello che ha da dirgli quello strano gatto venuto da chissà dove.

E chiacchierata dopo chiacchierata, tra il pontefice e il gatto nasce una bella amicizia e il micio farà vere al pontefice il mondo fuori dal Vaticano così come lo vede lui.

Se infatti il ​​Vaticano sembra il regno della perfezione, con i giardini curati, gli appartamenti elegantemente arredati, e riscaldati in inverno, fuori purtroppo non è così. A Roma, fuori dal Vaticano, c'è gente che non ha un caldo mantello con cui coprirsi nelle fredde sere invernali, altri che hanno poco da mangiare. La vita, tra le persone comuni, non è tutta rosa e fiori. E il gatto, che indossa le vesti di una sorta di grillo parlante, fa notare al papa che si potrebbe fare molto di più per aiutare i poveri, gli sfortunati e gli emarginati.

Un libro per grandi e piccini.