"La mia domanda è molto semplice, mio caro: vuole vivere davvero, o vuole che la sua vita sia solo un trattino tra due numeri?"
“Una vita non basta” è il nuovo romanzo di Enrico Galiano. Si tratta di un libro che, all’apparenza, potrebbe sembrare lungo, ma che ho letteralmente divorato in circa dieci giorni, versando anche qualche lacrima.
Il protagonista è Teo, un
ragazzo di sedici anni appassionato di animali e romanzi horror di Stephen King,
che pensa di lasciare la scuola. La sua idea, però, non è ingiustificata,
perché il ragazzo ha sempre pensato di aver qualcosa di speciale, ma che la
scuola abbia fatto di tutto per renderlo normale, togliergli valore e
fargli seguire la folla.
Teo, infatti, pensa di essere
speciale e di avere qualcosa di diverso dai suoi compagni, qualcosa che lo
spinge a sentirsi vivo e a compiere azioni che non si spiega. Il ragazzo,
tuttavia, non riesce a dare un nome a questa Cosa, quindi la definisce
come tale.
In seguito a una sospensione da
scuola, Teo si imbatte nel Professor Francesco Bove, un ex insegnante di
filosofia che parla continuamente di miti greci e latini e in un primo momento
sembra dire cose senza molto senso, almeno secondo Teo.
L’unica a rimanergli accanto
dopo quel difficile momento è la sua migliore amica Peach, nemmeno suo padre
Mario, un uomo che ha perso ogni speranza nella vita. Nel frattempo Teo tenta
di avvicinarsi alla ragazza che gli piace, Sofia, nonostante i suoi primi
tentativi di corteggiamento siano maldestri e impacciati.
Invece il professore inizierà a
instaurare un rapporto di cordialità e amicizia con il ragazzo che dovrebbe
esserci in tutte le scuole tra alunni e insegnanti, ma che viene quasi sempre
ignorato. Bove diventa un saggio agli occhi di Teo, una specie di Socrate
moderno che riesce a comprendere quello che prova come nessun altro.
Quindi inizia un percorso di
nove lezioni che porterà Teo a non arrendersi mai, a cadere per poi salire più
veloce di prima, a trovare sempre una ragione per non lasciarsi abbattere e un
motivo per credere sempre nella vita. Tra tutti gli insegnamenti del
professore, ce n’è uno ricorrente: per fare ogni cosa, Una vita non basta!
Io ho sempre pensato che Galiano
abbia uno stile unico perché lui, professore, scrive come se fosse un alunno
sempre in cerca di nuove ispirazioni. Un insegnate che si ricorda di essere
stato uno studente, una persona prima dietro i banchi di scuola e poi dietro la
cattedra, un alunno a insegnare ad altri alunni. Ogni persona comune, in un suo
libro, diventa speciale, perfino il lettore dietro le pagine.
Durante la lettura di “Una vita
non basta” ho avuto l’opportunità di immedesimarmi in ogni singola parola del
libro. L’ho trovato un volume molto personale e pieno di verità, su quanto,
spesso, i sentimenti degli adolescenti vengano trascurati e sottovalutati e il
loro entusiasmo venga sgonfiato del tutto, rendendo la loro vita piatta e fin
troppo normale. In questo libro, però, Teo riesce a dimostrare che
ognuno di noi, a modo proprio, può essere speciale e può fare qualcosa di unico
per rendere la propria vita speciale.
Questa lettura vuole invitare
maggiormente i suoi lettori a dare slancio alla propria vita, a farne qualcosa
di unico e a valorizzare le proprie unicità. Ad esempio Teo ha una grande
passione per gli animali più strani e inusuali, di cui raccoglie foto e disegni
e che approfondisce in un quaderno. Ogni capitolo del libro, infatti, si apre
con l’immagine di un animale diverso che simboleggia un diverso insegnamento da
poter utilizzare durante la vita. Una delle mie lezioni preferite è quella della
Mantide orchidea: La vita a volte è crudele e ci porta a dover mostrare i
denti e combattere. Ma lì, il modo migliore di farlo è quello della Mantide
orchidea. Colpire, se serve, ma senza mai perdere la grazia di un fiore
che sboccia.
Vorrei anche mettere in evidenza
uno dei personaggi più affascinanti del libro: il Professor Bove. Le sue lezioni
dovrebbero essere lette almeno una volta al giorno, perché ricordano in modo
semplice, ma allo stesso tempo efficace, quanto sia importante vivere ogni
attimo della vita, senza spegnere mai la luce che ognuno porta dentro. Le sue
parole danno conforto e invogliano a non perdere mai l’entusiasmo di vivere,
nonostante la vita, a volte, dia delle battute d’arresto.
Anche il Professor Bove, a causa
delle sue lezioni, viene considerato un tipo strano, un po’ troppo anormale.
Tuttavia il professore non lascia che qualcuno cambi il suo modo di insegnare,
perché a volte dietro lezioni su cose che possono sembrare comuni, ci sono
insegnamenti grandi e speciali.
Un romanzo unico nel suo genere,
da leggere e rileggere. Semplice e commovente.
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