lunedì 31 ottobre 2022

Recensione: "Ora mi vivi dentro" di Mimmo Verrigni

 


 Apprezzo sempre i libri che raccontano la vita o che sembrano narrare storie di vita vera.

La sensazione che ho avuto è di leggere una storia comune, che può realmente accadere, e la sensazione è stata resa più forte dalla narrazione in prima persona.

Lorenzo, giovane avvocato, umili origini, originario della provincia di Brescia, racconta la sua vita. Ci parla della sua famiglia, dei genitori, della sorella, della storia un po' complicata del fratello.

Ci parla di Rocco, il suo più caro amico, medico, e ci fa un racconto intenso, emozionante e partecipato dell’amore per Elena, figlia di un imprenditore di Lumezzano.

Lorenzo ed Elena si amano, ma tra di loro c’è un grosso divario socioeconomico. Lorenzo se ne rende conto la prima volta che metterà piede nella sontuosa villa della fidanzata.

Se il suocero, Silvio, vede in lui il figlio maschio mai avuto, la suocera, Sara, non nasconde la sua avversione nei confronti del fidanzato della figlia, per la quale sperava un uomo diverso e con una situazione economica più florida.

Tuttavia, nonostante queste premesse, il loro amore è più forte e i ragazzi realizzano il sogno del matrimonio, di una splendida luna di miele, della casa dei loro sogni, dell’arrivo della prima figlia.

Ed è dopo la nascita della bambina che qualcosa cambia. Elena sembra insofferente al ruolo di madre e di moglie e desidera tornare a lavorare in azienda con il padre.

La loro vita cambia; cambiano gli orari, i ritmi, le abitudini di una famiglia che sembra scollarsi. Il loro rapporto subisce un primo strattone, fino a quando Lorenzo decide di mettersi di impegno e tornare a corteggiare la moglie, rendendosi conto che si erano lasciati sopraffare dalla routine.

In breve, sembra che la moglie torni a guardare il marito con gli occhi di una volta e, ritrovata la vecchia passione, arriva anche la seconda bambina.

E come in una ruota, si ripresentano i vecchi problemi. Elena si sente stanca, stretta nel ruolo di madre e moglie e brama per tornare al lavoro, ma Lorenzo è stanco di rincorrerla. Entrambi decidono di tirare un’asticella e fare un bilancio del loro matrimonio per cercare di capire come procedere.

Il destino ci mette però lo zampino. Lorenzo viene colpito da una grave malattia e inizia un iter di controlli, visite e ricoveri che sembrano scuotere Elena dal torpore in cui è caduta, risvegliando in lei vecchi sentimenti che sembravano sopiti. Elena non vuole perdere il padre delle sue bambine, ma soprattutto non vuole perdere Lorenzo, suo marito. Matura in lei l’esigenza di fare qualunque cosa pur di salvarlo, anche mettendo a rischio se stessa e la sua salute.

Le sorprese però non sono finite e, proprio sul finale, Lorenzo che è sempre stato un uomo misurato, con la testa sulle spalle, un punto fermo per la sua famiglia, compie il gesto più istintivo e irrazionale della sua vita. Probabilmente la malattia lo ha cambiato o forse Lorenzo, che è sempre apparso come  un uomo modello, è solo un uomo con le sue debolezze, un uomo che per una volta vuole lasciarsi guidare dall’istinto, in balia di emozioni forti e inspiegabili.

Un finale inaspettato, che sorprende il lettore.

Una storia avvincente, un libro che si divora una pagina dopo l’altra. Una bellissima foto di copertina che sembra evocare l’immensità della vita.

L’autore usa un linguaggio semplice e immediato consentendone la lettura a un vasto pubblico di lettori.

Una maggiore attenzione alla punteggiatura (frasi con troppe virgole, due punti che spezzano il ritmo narrativo come se fosse un saggio e non un romanzo) e un editing più accurato renderebbero di certo  ancora più prezioso questo libro.

Recensione a cura di Silvia.

⭐⭐⭐⭐

venerdì 28 ottobre 2022

[Recensione]"Amuri" di Catena Fiorello Galeano

 


“Ero sempre assorbita da altri problemi, e tutti troppo terreni. Solo adesso mi rendevo conto che negli ultimi anni ero andata sempre di corsa, trascurando me stessa e la ricerca di ciò che sollevava la mia anima. In sostanza, continuavo a spostare le richieste che il cuore mi inviava […]. Ma sull'isola non avevo più scuse per distrarmi. Dovevo preoccuparmi di me, per me, e calarmi le maschere dietro le quali mi proteggevo.”

Inizio a raccontarvi Amuri proprio con questo estratto che trovo molto intenso e carico di significato.

Quante volte abbiamo sentito il bisogno di cambiare il corso degli eventi e ricominciare tutto da zero, ma a partire da se stessi?

È quello che fa Isabella, il cui matrimonio con Giulio sembra essere naufragato. La necessità di ritrovare se stessa le fa sentire l’esigenza di allontanarsi dal suo quotidiano e partire verso una meta lontana a cui è legata la sua infanzia: la piccola isola di Arcudi. Il suo è un viaggio in compagnia di se stessa, dei suoi pensieri e dei suoi ricordi. È un viaggio che ha un duplice scopo: ritrovare la sua serenità e trovare le risposte a dei perché rimasti irrisolti, ma forse legati in qualche modo proprio a quell’isola dove c’era ancora la casa dei nonni, una casa abbandonata da anni, una casa che custodisce probabilmente le risposte che Isabella cerca da anni.

Con Isabella sbarchiamo ad Arcudi e sembra di avvertire la brezza marina tra le pagine, il calore del sole che scalda la pelle. Riusciamo a vedere, come in una cartolina, la bellezza dell’isola, il blu del mare, il colore della vegetazione e persino i sapori buonissimi della cucina tradizionale.

Lontana dal caos delle mete turistiche più mondane e ambite dal turismo di massa, Arcudi diventa il luogo ideale per Isabella per riflettere sulla propria vita, su Giulio, sul matrimonio, su ciò che desidera. La stanza della pensioncina di Santa, una donna semplice che gestisce una struttura ricettiva che la rispecchia, semplice e accogliente come lei, accoglierà Isabella durante la sua permanenza sull’isola. Ad Arcudi, Isabella conoscerà l’affascinante Daniel con il quale instaurerà subito un legame fatto di intesa e di attrazione reciproca; Teresa, una vecchia conoscenza dei nonni che si rivelerà essere la depositaria di molte risposte che Isabella cercava; Sveva, una donna colta ed elegante, forse troppo sola e con un dolore troppo grande custodito nel cuore.

Sono personaggi a tutto tondo, affascinanti, completi, appassionanti, che si legheranno a Isabella e la accompagneranno in qualche modo nel suo percorso di rinascita. Alla base di tutto c’è sempre Amuri, tanto Amuri. Tutte le scelte sono dettate dall’amore e l’amore è sempre stato l’elemento caratterizzante la vita dei nostri personaggi.

La sera Isabella si rifugia nel silenzio della sua stanza dalla cui terrazza può ammirare la straordinaria bellezza del paesaggio e, anche in camera, non sarà sola. Un piccolo geco, la sera, fa capolino da dietro l’armadio, quasi a volerle dire non sei sola.

Intenso e delicato, con un finale sorprendente.



venerdì 21 ottobre 2022

Recensione: "Io e il mio amico Pan" di Roberta Spaccini.

 


Un libro che sorprende già dalle prime pagine, perché sin dalle prime battute il lettore si rende conto di trovarsi non di fronte al solito romanzo, ma a qualcosa di più. Siamo infatti in presenza di una lettura molto emozionante che prende spunto da vicende di vita vera e racconta con garbo e grande sensibilità un problema ormai comune a molte persone: il disturbo d’ansia.

Pan è il diminutivo di panico, è il modo in cui la protagonista del libro, Vittoria, chiama il disturbo di attacco di panico. Un consiglio del suo medico che le ha detto quasi di personificare il suo disturbo, per renderlo concreto, per poterlo descrivere e circoscrivere, per potersi difendere.

“Mi spiegò che cosa fosse l’attacco di panico, perché avrei dovuto conoscerlo, “farci amicizia”, come mi diceva, non vederlo come un nemico, sfatare il suo potere.”

La storia di Vittoria è intensa e dolorosa, perché è la vita di una ragazza come tante, una ragazza che ha un amore, che studia, che ha degli amici, e che all’improvviso vede trasformare la sua vita in modo apparentemente inspiegabile ma sconvolgente.

Un’infanzia difficile, vissuta in un clima ansiogeno, una madre con disturbi d’ansia, un carattere molto sensibile, e quindi predisposto ad assorbire ansie o a lasciarsi ferire, un fidanzato sbagliato, una persona finta e molto diversa da quella che Vittoria si aspettava, sono stati gli elementi che hanno scatenato nella ragazza il disturbo d’ansia, che si è manifestato con forti attacchi di panico.

“Non riuscii a realizzare bene cosa mi stesse succedendo, sentii uscire me stessa dal mio corpo, sdoppiarmi e non riuscire a controllare le mie reazioni. Mi osservavo da fuori e facevo paura anche all’altra me stessa.”

Il panico è riuscito a sconvolgere la vita di Vittoria, se ne è impossessato e la ragazza ha reagito chiudendosi in se stessa, chiudendosi in casa, ricevendo solo l’amica di infanzia Alessia. Aveva il timore di essere giudicata male dagli altri, perché purtroppo spesso il panico chi non lo conosce non lo può capire.

E con il passare del tempo rimane da sola nel suo mondo fatto di paure e terrore, consentendo di avvicinarsi solo gli affetti più cari, quelli che continuano ad amarla incondizionatamente: il padre, la madre, zia Agnese e Alessia.

Davanti a un malessere così grande, che in Vittoria non era solo nell’animo, ma anche nel corpo, visto che aveva iniziato a soffrire di anoressia, l’unica soluzione è quella di rivolgersi a un medico e curarsi, curarsi nell’animo, con la psicoterapia, e nel corpo, con i farmaci.

Vittoria conoscerà un bravo medico, il dottore Marco, che lei chiama l’angelo Marco, e inizierà un percorso lento, difficile, altalenante, doloroso, ma un percorso di rinascita e guarigione, un percorso in cui Pan sarà sempre al suo fianco, fedele, silenzioso, ingombrante, invadente.

Vittoria acquisirà pian piano gli strumenti per riuscire a gestire il panico, perché di panico è vero che non si muore, ma non si guarisce, si può imparare a conviverci, a saperlo gestire. Si può riuscire a guarire nel senso di non farlo vincere, di essere più forti.

Io e il mio amico Pan è un libro da leggere, un libro che può fare bene a chi soffre del problema, per capire di non essere il solo, che si può guarire, ma che il processo di guarigione richiede impegno, forza di volontà e l’aiuto delle persone giuste e qualificate.

E richiede amore, tanto affetto e comprensione.

Mi complimento con l’autrice per aver scritto una storia così emozionante.



mercoledì 19 ottobre 2022

[Recensione] "Dante", il nuovo film di Pupi Avati

 


Dante, il nostro Sommo Poeta, che tramite i versi della Divina Commedia ha reso la nostra letteratura celebre in tutto il mondo, è qui raccontato da Giovanni Boccaccio (Sergio Castellitto), esattamente colui che definì la sua Opera Divina.

In questo film, ambientato nell’anno 1350 e quindi dopo trent’anni dalla  morte di Dante, vedremo tra i protagonisti principali proprio Boccaccio che, per scontare la pena d’esilio subita da Dante durante la Guerra tra Guelfi Bianchi e Neri, dovrà portare una somma di dieci fiorini d’oro a Ravenna da Suor Beatrice, unica figlia di Dante rimasta in vita. Inizia così per Giovanni un viaggio di sei giorni e sette notti durante il quale, scortato da Donato degli Albanzani (Enrico Lo Verso), comincia a ricordare la vita di Dante (Alessandro Sperduti, durante la giovane età) sin dall’infanzia fino alla sua morte. Durante questo viaggio retrospettivo nella vita del poeta, viene data molta importanza all’incontro con la bellissima Beatrice (Carlotta Gamba) e al suo saluto, che rimarranno tra i ricordi più lieti e importanti della vita di Dante. Beatrice, infatti sarà fonte d’ispirazione per la maggior parte della sua carriera letteraria.

Dante, però, non viene presentato solo come poeta, ma anche come un uomo dotato di sentimenti, carattere e strategia politica. Vengono raccontate le sue emozioni verso Beatrice, il suo dolore per la morte dell’amata e il matrimonio forzato con Gemma Donati, dalla quale riuscirà ad avere dei figli. Si parla anche delle sue posizioni contro i Guelfi Neri, dell’elezione alla carica di Priore e dell’incontro con il Papa Bonifacio VIII, che gli costerà l’esilio a vita.

Ho sentito dire che in molti hanno creduto questo film un po’ romanzato ma, al contrario, io l’ho trovato molto realistico soprattutto durante la guerra tra Guelfi Bianchi e Guelfi Neri; a me, personalmente, è piaciuto davvero molto. Essendo un’appassionata di Dante e della sua produzione letteraria, ho apprezzato questa sua visione non solo come poeta ma anche come uomo, perché ho avuto una conoscenza più completa della sua persona che avrei voluto avere già da più tempo.

Gli attori del cast e la regia sono una garanzia; già appena ho visto i loro nomi proiettati sul grande schermo ho capito che avrei visto un film memorabile. Gli attori, infatti, hanno fatto sì che potessi vivere appieno alcune scene e che potessi immedesimarmi nelle loro azioni. Ho conosciuto un lato inedito di Dante, interpretato da Alessandro Sperduti con una delicatezza unica e sola, e ho visto anche un Giovanni Boccaccio differente: Sergio Castellitto è riuscito a dargli una figura da amante dei versi di Dante, con la sua incredibile capacità di immedesimarsi nei personaggi rappresentati.

Ci sono state solo poche scene che avrei omesso, perché un po’ confuse o dal contenuto troppo forte per soggetti sensibili, ma a compensare il tutto c’è un finale molto commovente, che scoprirà una pagina inedita del Sommo Poeta.

⭐⭐⭐⭐.5

 

mercoledì 12 ottobre 2022

[Recensione] "La casa sul mare celeste" di T.J. Klune



"I pregiudizi sporcano i nostri pensieri quando meno ce l'aspettiamo. Ma riconoscendoli possiamo imparare qualcosa, diventare persone migliori" 

Sinossi:  Linus Baker è un assistente sociale impiegato al Dipartimento della Magia Minorile. Il compito che esegue con scrupolosa professionalità è assicurato che i bambini dotati di poteri magici, cresciuti in appositi istituti in modo da proteggere quelli "normali", siano ben accuditi. La vita di Linus è decisamente tranquilla, per non dire monotona: vive in una casetta solitaria in compagnia di una gatta schiva e dei suoi amati dischi in vinile. Tutto cambia quando, inaspettatamente, viene convocato nell'ufficio della Suprema Dirigenza. È stato scelto per un compito inconsueto e top secret: dovrà recarsi su un'isola remota, Maryas, e stabilire se l'orfano diretto da un certo Parnassus i requisiti per rimanere aperto. Appena mette piede sull'isola, Linus si rende conto che i sei bambini ospitati nella struttura sono molto diversi da tutti quelli di cui ha dovuto occuparsi in passato. Il più enigmatico tra gli abitanti di Marsia è però Arthur Parnassus, che dietro ai modi affabili nasconde un terribile segreto. Un'incantevole storia d'amore ambientata in una realtà fantastica, meravigliosamente narrata, su cosa significhi accorgersi che, a volte, si può scegliere la vita che si vuole. E, se si è abbastanza fortunati, magari quella vita ci sceglie a sua volta. su cosa significhi accorgersi che, a volte, si può scegliere la vita che si vuole. E, se si è abbastanza fortunati, magari quella vita ci sceglie a sua volta. su cosa significhi accorgersi che, a volte, si può scegliere la vita che si vuole. E, se si è abbastanza fortunati, magari quella vita ci sceglie a sua volta.


Linus Baker è un assistente asociale inviato dal Dipartimento di Magia Minorile in un orfanotrofio trovato sull’isola di Marsyas, diretto da Arthur Parnassus. Linus conduce una vita molto poco dinamica, incentrata quasi esclusivamente sul suo lavoro, quindi è abituato ad una vita molto solitaria e poco sorprendente che condivide con la sua gatta Calliope. Sarà una missione segreta e molto delicata a cambiargli la vita. Arrivato, infatti, sull’isola Linus avrà a che fare con dei bambini molto particolari (sia fisicamente) caratterialmente, tra questi Sal, Phee, Talia, Chaunchey, Theodore e Lucy, che all’inizio lo spaventeranno molto, ma che alla fine riusciranno a sorprenderlo e a fargli trovare dei nuovi amici.

Ci sarà infine una persona ad aprirgli gli occhi per guardare la vita diversamente, con con più entusiasmo e speranza. Quella persona sarà proprio Arthur Parnassus.

Ho trovato questo libro molto originale. Mi è piaciuta l’idea da parte dell’autore di integrare al fantasy una  nascente storia d’amore tra due uomini. L’ho trovata un’idea molto innovativa che ha  dato un tocco diverso e alternativo al libro e quindi ho avuto anche un differente approccio con esso. Inizialmente, infatti, ero un po’ confusa e non mi piaceva molto, poi a metà ho iniziato ad apprezzarlo di più e “immergermi” lettura.

Mi è piaciuta molto anche la caratterizzazione dei personaggi, ognuno di loro incarna diversissime personalità che, allo stesso tempo, riescono a combinarsi molto bene durante la narrazione: vengono infatti trattate la sensibilità e la timidezza di Sal contro la socievolezza e la capacità di relazionarsi di Chaunchey e Theodore, oppure la cura dei cari e lo spirito di famiglia di Talia e Phee. Infine, uno dei temi più importanti: l’odio e il pregiudizio, che creano soprattutto nella realtà “bolle” che sembrano impossibili da scoppiare, ma solo quando si grida con amore e con lealtà, ogni bolla d’odio scoppierà. Ogni personaggio infatti mi ha lasciato qualcosa (specialmente Arthur Parnassus, che ho preso come una specie di life coach).

⭐⭐⭐⭐

L'autore: T.J. Klune


TJ Klune è un autore americano di fiction fantasy e romantica con personaggi gay e LGBTQ+. Ex liquidatore per una compagnia di assicurazioni, è autore, fra le altre cose, della serie “Green Creek”. Ha vinto il Premio letterario Lambda per Into This River I Drown.

In Italia i suoi libri sono stati a lungo pubblicazioni da Triskell edizioni, tra questi: Dimmi che è vero. Una prima vista (2016); La drag queen e il re degli homo pomp (2020); Canto di lupo. Il canto del lupo. Insenatura verde. vol. 1-2 (2020); Le ossa sotto la pelle (2021); Finché non sei arrivato tu (2021).

Nel 2022 La casa sul mare celeste è invece edito da Mondadori.



giovedì 6 ottobre 2022

Segnalazione: Arti, alla scoperta del bosco


 


TITOLO: Arti, alla scoperta del bosco

AUTRICE: Federica Amalfitano

EDITORE: Romance letterario per ragazzi

A CURA DI: Simona Friio e Sara Belancini

PAGINA: 43

DATI DI PUBBLICAZIONE: 05/10/2022

COPERTINA FLESSIBILE: € 9,36

LINK ACQUISTO: https://tinyurl.com/yc895bnm

TRAMA: Che fatica essere cuccioli: non fare questo, non fare quello!

Eppure Arti, un giovane e vivace lupacchiotto color panna, non vede l'ora di esplorare il bosco da solo, correre su un manto di foglie secche e sguazzare nei ruscelli.

Che maschio c'è? Mamma Luna è sicuramente esagerata a metterlo sempre in guardia dai pericoli… o forse ha ragione?

domenica 2 ottobre 2022

[Recensione] "Panni sporchi" di Carola De Giorgi

 

1968, in Sicilia c’è stato il terremoto. Per fortuna la casa di Tano e Caterina è rimasta in piedi. Sospirano di sollievo, i grandi; mentre i più piccini – Teresa e Peppino – corrono a tuffarsi, ridendo, nei letti della cameretta. Nessuno dà peso a quella crepa che si è formata sul soffitto: una linea scura e sottile, quasi impercettibile, per rammentare che a questo mondo non si è mai al sicuro. Tano e Caterina ancora non lo sanno, ma anche nelle loro vite sta per arrivare un terremoto che si chiama cambiamento. Dopo, niente sarà come prima; perché in paese le strade sono più strette, le case modeste, la moda giunge in ritardo a bordo del furgone di un ambulante nei giorni di mercato. Però lì – dove si sa tutto di tutti, dove la gente parla, giudica e consiglia, anche se non richiesta – le passioni sono smisurate e gli errori, fatali. 2016, nell’Italia centrale c’è stato il terremoto. Sarà il preteso con cui Teresa scriverà una mail al fratello che è andato via dalla Sicilia quand’era un ragazzo e ha smesso di dare sue notizie. Si rivedranno e, insieme, cercheranno di scoprire se è possibile far tornare tutto come prima. Ma chi sa se ci riusciranno: l’amore può assumere differenti forme, ma è e resta un mistero.

"Panni sporchi" di Carola De Giorgi racconta le vicende di una famiglia siciliana dalla fine degli anni ’60 ai nostri giorni.

Il libro racconta uno spaccato di vita siciliana in un piccolo paese, racconta una Sicilia che forse non esiste più o forse in alcuni ambienti, culturalmente più ristretti, esiste ancora.

La storia di Caterina e Tano, e dei loro due figli Peppino e Teresa, e quella di molte famiglie siciliane, che vivevano in condizioni molto modeste, con lavori saltuari, confidando nell’unico bene che possedevano, almeno i più fortunati: la casa.

Tano nello specifico appare per tutto il libro un debole, che si rifugia nell’alcool e cerca di trovare riscatto nel gioco, che invece lo porterà alla rovina, distruggendo anche il suo matrimonio.

La moglie lo considera un poveraccio (non voglio spoilerarvi ciò che pensa Caterina del marito, leggerete e capirete!). Influenzata dal movimento femminista che nel paese opera in segretezza e che sta diventando sempre più forte, Caterina non accetta la condizione di miseria in cui il marito fa vivere la famiglia, la sua incapacità a mantenere un lavoro, e pensa che l’unica soluzione sia di chiedere aiuto alla suocera.

Si tratta di un estremo rimedio, visto che i rapporti tra suocera e nuora sono stati sempre tesi e freddi. La suocera è un’anziana avara e avida di denaro, con un carattere prepotente e arrogante, tanto da avere impedito all’altra figlia, Mannina, di farsi una vita affinché potesse servirla per sempre in casa e nelle sue necessità.

Tuttavia, l’avvicinamento di Tano alla madre, seppur non spontaneo, farà nascere una solida amicizia tra Caterina e Mannina. Per quest’ultima l’amicizia di Caterina rappresenta una sorta di boccata d’aria perché inizierà ad allontanarsi dalla madre e  a prendere coscienza di sé e dei suoi desideri, avvicinandosi pian piano al movimento femminista.

I turbolenti anni dal ’68 a seguire, i jeans a zampa, i primi pantaloni indossati dalle donne e le prime sigarette in bocca alle donne sono raccontati nel libro molto bene. Si avverte l’irrequietezza di Caterina, l’insoddisfazione di Mannina, la voglia di evasione da un paese che sta troppo stretto.

In tutto questo malcontento ci sono due bambini da crescere e da mandare a scuola, due bambini a cui bisogna cercare di dare un futuro. Saranno loro a pagare il prezzo più alto degli errori degli adulti, loro che dovranno scendere a compromessi con la vita e con se stessi, portando dentro verità inconfessabili, sensi di colpa e paure.

Un racconto intenso, ricco di colpi di scena, che fa riflettere.

Recensione a cura di Silvia