Dopo "Un canto di Natale", ancora una storia di Natale, ancora un magico sconcertante racconto, ancora un grandissimo Dickens. Ultimo dei quattro «Christmas Books» dell'autore, questa «Fantasia di Natale» è la storia di un dono, un dono stregato e crudele, e di uno sventurato patto che il protagonista, il chimico Redlaw, sancisce con il proprio doppio fantasmatico. Il dono - che egli trasmetterà a tutti coloro che gli si accostano - è quello di poter dimenticare, poiché è soprattutto «torto, dolore e sventura» che la memoria del passato sembra portare con sé. Ma non comprende, Redlaw, che insieme a tutto questo se ne andranno ricordi, emozioni e desideri, e tutto ciò che va a costruire, nel tempo, lo spessore della natura umana. In una cupa discesa verso la solitudine e l'indifferenza, vediamo lui stesso, e via via tutte le figure che incrociano il suo percorso in una Londra povera e degradata ma vitale, perdere i tratti della solidarietà e dell'allegria e chiudersi nell'egoismo e nel sospetto. Ritroviamo qui tutti i caratteri della scrittura dickensiana: l'alternanza di comico e tragico, di momenti di cupa introspezione e di incontenibile allegria, delle figure dell'ombra e di quelle della luce; e l'infanzia, nelle sue componenti più inquietanti e in quelle più tenere. E vi ritroviamo naturalmente la magia del Natale, con il suo messaggio augurale di dolcezza e benevolenza.
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