martedì 26 aprile 2022

Segnalazione di uscita: "Trecce di Donna: Una raccolta di poesie"

 

Autrice: Maria Enea;

Genere: raccolta di poesie;

Trama: “Trecce di Donna”è un mosaico di sensi, percezioni, stimoli interiori trasformati in versi, parole, preghiere e, a volte, paesaggi di dentro animati dalla straordinaria capacità di fotografare l’istante, l’infinito colto anche solo in un battito di ali.

Qualcosa di magico aleggia in tutta l’opera, a partire dal titolo che rimanda a una leggenda popolare siciliana secondo cui le “Donne di fuora”, fate o streghe, di notte si introducevano nelle abitazioni, lasciando come traccia del loro passaggio, temuto o anelato, intricate trecce sul capo dei bimbi, che nessuno osava tagliare per paura di una maledizione. Il volume, diviso in due parti, “Alfabeti dell’anima” e “Parolibere”, è caratterizzato da una sorta di dualismo, tradotto in parallelismo o in contrasto, prodotto da quel turbine di pensieri che rapisce l’autrice e la porta in un mondo altro, quello vero, profondo, contrapposto alla realtà corrotta e caduca del genere umano. Così, tentando di rimanere in equilibrio, Maria scandaglia i temi più vari.

Magico è il rapporto, ancestrale e filiale, che Maria Enea ha con la Natura, che personifica, innalza a forza e di cui richiama tutti gli elementi, come quando nella poesia “Mistral” invoca il vento a spazzar via il male, a pulire i pensieri, o ancora quando invita ad abbracciare l’albero, toccare il fiore per assorbirne le energie positive, sottolineando la bellezza del Creato da un lato e la brutalità dell’uomo dall’altro. E poi il mare con il suo azzurro intenso, liquido primordiale in cui immergere i pensieri, purificandoli e rigenerandoli. E poi le nuvole, la volta celeste, le stelle. E una domanda: se l’uomo più non fosse?

Caro all’autrice è il tema della donna, di cui ripercorre il cammino nei secoli, ricostruendone la condizione a partire dalle donne perseguitate dall’Inquisizione, passando per le monache di clausura che hanno esorcizzato il dolore della monacazione imposta creando dolci divenuti ormai storici, fino ad arrivare alla denuncia delle violenze che ancora oggi, ancora come allora, le donne sono costrette a subire per mano di uomini. Quindi, il tema del narcisismo, del retaggio di credenze purtroppo ancora vive, dei tentati riscatti, dello stupro attraverso la condivisione di immagini private.

Ancora, il fascismo con i suoi “ideali” ipocriti e la religione con una chiesa autoritaria, chiusa nei suoi dogmi, in contrapposizione a una chiesa viva, umana, poggiata su valori autentici come le preghiere che l’autrice rivolge a Gesù e alla Santuzza bella, invocandoli di intervenire nelle miserie umane. Poi, un grido s’innalza per scuotere Palermo, città di santi, di mafia, di giudici, che deve ritrovare i suoi valori più autentici e da troppo tempo dormienti.

Così, tra preci e versi onesti, si arriva alla fine del viaggio a seguire il moto estatico dell’autrice che, attraverso “Parolibere”, ci trasporta sulle ali di un airone in un mondo quasi fiabesco, dove, alla fine, non esiste una morale, ma nasce la speranza che, forse, siamo ancora in tempo per cambiare le carte in tavola.

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