sabato 31 agosto 2024

[Recensione] "La baia dei ricordi" di Jane Rose Caruso

 


Come può una baia lenire o fare addirittura accettare dolori e brutti ricordi?[…]

[…]Era proprio quella la magia della baia, ti spingeva ad aprire l’anima e il cuore.”

Jane Rose Caruso torna a coccolare i lettori  con un dolcissimo e intenso racconto che, come nello stile dell’autrice, scalda il cuore.

Da subito ci si affeziona al delicato personaggio femminile di Mya che, al vertice della sua carriera da stimato medico chirurgo, sente il bisogno di voltare pagina, fuggire dalla sua vita e dalla caos di New York, dagli impegni e dalle responsabilità.

Si rifugia a Jellyfish Cove per curare la sua anima: ha fallito come medico e non riesce a perdonarsi un errore.

Ha bisogno di stare sola e in quella casetta vicina al mare, in quella baia dove sembra esserci una magia, cerca di fare pace con se stessa, di perdonarsi. Trascorre il suo tempo dedicandosi alla creazione di oggetti artigianali, ad assaporare la pace di quel luogo, in cui il tempo trascorre lentamente, incontra nuovi amici, ricostruisce pian piano una nuova vita.

E come per magia, ritrova un pezzetto di passato che credeva di aver perduto per sempre.

Quel posto le trasmette quella pace che cercava e non è un caso. Sembra che sia dotato di uno strano potere, quello di assorbire i ricordi cattivi e guarire le anime di chi ne ha bisogno.

Intanto, nella vita di Mya accade qualcosa di importante che potrebbe porre fine per sempre ai suoi tormenti interiori, una verità sorprendente grazie alla quale la donna perdonerà se stessa.

Il potere sta tutto in quelle splendenti e luminose meduse della baia.

Rilassante, leggero, un vero libro coccola!

Silvia




giovedì 29 agosto 2024

[Recensione] "Il castello errante di Howl" di Diana Wynne Jones



“Il castello errante di Howl” è un fantasy di Diana Wynne Jones, primo volume dell’omonima trilogia.

La protagonista della storia è la giovane Sophie Hatter, che lavora nella cappelleria di suo padre, deceduto da molto tempo. Dopo che le sorelle più giovani, Lettie e Martha, trovano un lavoro in altre attività della cittadella in cui vivono, ovvero Market Chipping, a Sophie resta la gestione del negozio. La ragazza, per continuare a tenersi compagnia e avvertire un po’ meno la solitudine che la circonda, inizia a parlare con i cappelli attribuendo loro perfino un anima e un carattere, al fine di consigliarli a specifici acquirenti.

Quando la famigerata Strega delle Terre Desolate mette piede nella cappelleria, però, qualcosa cambia perché in seguito a un piccolo malinteso tra le due, la Strega lancia una maledizione contro Sophie trasformandola in una vecchietta di novant’anni! La povera ragazza, indignata, decide di lasciare Market Chipping e inizia a girovagare senza una meta. Quando si imbatte nel Castello errante del Mago Howl decide di entrare con la speranza di trovare una calda accoglienza. Viene ricevuta dal demone del fuoco Calcifer, che le prometterà di darle indizi su come spezzare la sua maledizione, e l’apprendista Michael.

Nonostante circolino leggende piuttosto inquietanti sulla reputazione del Mago, Sophie riuscirà a instaurare un rapporto di amicizia con lui e, tramite viaggi affascinanti e avventure improbabili, verrà a conoscenza di un mistero che coinvolge proprio il Mago, la Strega delle Terre Desolate e il Re del paese di Ingary.

Ho letto questo libro poiché ero stata incuriosita dal Manga di Miyazaki e, prima di guardare il film, avrei voluto conoscere la storia dietro il romanzo.

Sin dalle prime pagine l’ho trovato molto scorrevole e ho apprezzato la caratterizzazione di ogni personaggio, a partire da Sophie e dal suo buffo dono, ovvero la capacità di animare gli oggetti (che in parte mi ha anche ricordato Ofelia della saga de “L’Attraversa-specchi”) che le farà ritrovare, ogni tanto, la compagnia di uno strano spaventapasseri. Sophie possiede un carattere allegro che le farà affrontare la sua permanenza al castello con ottimismo nonostante l’incantesimo della Strega.

Howl è, senza dubbio, uno dei personaggi più divertenti, dato il suo carattere esuberante (e anche un po’ permaloso!) e la sua stravaganza nel vestirsi, nel suo concetto di “bellezza” e nei suoi modi di esprimersi, fare e, soprattutto, di sfogarsi in seguito a piccole delusioni d’amore!

Sophie e Howl diventano due compagni di avventure e consentono al lettore di esplorare il mondo magico che si articola tra le pagine del libro viaggiando sul magnifico Castello errante.

Ogni particolare delle ambientazioni e delle situazioni descritte viene curato fedelmente e tra le pagine del romanzo si può avvertire ogni sfumatura del genere fantasy.

Recensione di Serena.

⭐⭐⭐⭐


martedì 27 agosto 2024

Recensione: " I cannoli di Marites" di Catena Fiorello Galeano.

 

" [...] la sua storia ne faceva il dolce per eccellenza della Sicilia, conosciuto in ogni dove. [...] Cicerone lo aveva decantato in qualche scritto - Tubus farinarius, dulcissimo, edulio ex lacte factus, ovvero cilindro di farina farcito con un dolcissimo ripieno al latte - fortunatamente tramandato fino al presente, con grande cura, non disperdendone il prezioso valore."

Dopo "Cinque donne e un arancino", Catena Fiorello torna a stuzzicare il palato dei lettori con "I cannoli di Marites" secondo libeo della serie "Le signore di Monte Pepe". Il libro è un tripudio di profumi, di aromi, di gustose ricette della tradizione siciliana. Le signore della rosticceria sono delle cuoche sopraffine che, lavorando sodo, sono conosciute anche oltreoceano. I loro arancini sono richiesti anche nei salotti e nei banchetti più eleganti e raffinati, sono indice di qualità e le signore sono uscite dall'anonimato. Nonostante ciò, mantenendo inalterati i loro caratteri e vanno avanti sempre con lo stesso impegno, la passione e l'umiltà che le ha contraddistinti fin dal loro esordio nel mondo culinario. Nunziatina allieta le loro giornate declamando versi di poesie. Lei è l'anima romance del gruppo, la lettrice, la cuoca con velleità letterarie che spera di portare in paese un evento culturale importante e che magari sia in grado di rendere omaggio anche alla memoria di Pasolini.

Nella vita di Rosa, l'anima della rosticceria, molto cose stanno per cambiare: inquietanti lettere minacciano la sua attività e di conseguenza la serenità delle signore di Monte Pepe; Beba, sua figlia, si è separata dal marito e torna dalla madre, in paese, con i figli; Carmelo scopre di essere geloso di un uomo che sbuca dal passato di Rosa. Si tratta di Enzo, una fiamma giovanile, che forse non si è del tutto dimenticato di lei.

Intanto una nuova donna entra a far parte del gruppo: si tratta di Marites, filippina, con una straordinaria capacità in cucina e soprattutto nella preparazione dei dolci.

La nuova arrivata viene accolta con affetto, il suo lavoro è subito apprezzato al punto che a Beba, desiderosa di iniziare una nuova vita, viene in mente una strepitosa idea: se aprisse una cannoleria con Marites?

Una cannoleria a Monte Pepe sarebbe una straordinaria novità. Non è forse il cannolo il dolce siciliano per eccellenza che ci rende famosi nel mondo?

Questo libro non solo fa venire l'acquolina in bocca, ma è meraviglioso sotto diversi punti di vista. Il libro omaggia l'universo femminile, senza separazione di etnia; celebrare l'amicizia tra donne; esalta la bellezza della poesia; incoraggiare a credere nei propri sogni, a non cedere ai ricatti, ad affidarsi alla giustizia, a ribellarsi alle ingiustizie e ai sorprusi. Il libro è il trionfo della famiglia che fa da scudo nei momenti difficili, che abbraccia e riscalda. Non importa quanto una casa sia grande, l'importante è che sia quel focolare domestico dove trovarsi la sera, un porto sicuro nelle tempeste.

Sopra ogni cosa deve regnare l'amore.

"Ma l'amore non è mai a senso unico. [...] Le emozioni più belle si provano sempre in due. Due, regola fissa, e con lo stesso obiettivo, e se uno della coppia è poco convinto, allora può chiamarsi solitudine."

Il libro è inoltre un omaggio al dialetto siciliano, una vera lingua, non un linguaggio, con una sua forte identità. 

Grazie ai dialoghi, molti appunto in dialetto, spesso brillanti e divertenti, altre volte più intensi, la storia risulta ben contestualizzata.

Lo stile dell'autrice è semplice, ma elegante, un rapporto con il lettore che, anche in questo libro, rimane confidenziale e sincero.

Silvia M.



lunedì 19 agosto 2024

Recensione: "Un cuore nel sogno" di Dave Given.

 "[...] Quando tieni davvero a qualcosa il cuore mette fuori gioco la logica. Vorresti che il tempo per raggiungere il tuo obiettivo non si allungasse mai. E mi ritrovo a dissentire con Leopoardi: l'attesa del piacere non è essa stessa il piacere."

Un cuore nel sogno, PAV Edizioni, è l'ultimo romanzo di Dave Given, un libro che rende in modo chiaro l'attaccamento dell'autore alla sua città, Napoli, e alla sua squadra di calcio, il Napoli. 

Alla squadra di calcio che nel 2023 ha vinto lo Scudetto, l'autore rende omaggio con questo libro, ambientando le vicende dei protagonisti proprio durante i lunghi mesi che hanno poi portato la squadra a conquistare l'agognato titolo.

Attenzione, non siamo davanti a un classico sport romance, ma a un romance molto intenso ed emozionante, al quale le vicende calcistiche fanno da sfondo.

Diego, il protagonista del romanzo, ha visto naufragare il matrimonio con Claudia, l'amore di una vita. Subisce una sorta di sbandamento, sembra quasi che non riesca a riprendere in mano la sua vita e i suoi amici, Maurizio e Sole, corrono in suoi aiuto, come salvagenti lo aiutano a non affogare.

Grazie a loro, Diego conosce Zoe, un'affascinante poetessa turca dal passato oscuro, e Luca, un ragazzino nigeriano, rimasto solo al mondo, del quale si prendono cura tramite la loro associazione, con un disperato bisogno di affetto e di stabilità.

Tra Zoe e Diego quasi da subito c'è attrazione. I due si scoprono innamorati e desiderosi di viversi giorno per giorno. Diego esce pian piano dalla fase di stallo, ritrova linfa ed energia grazie a Zoe, a Luca e ai suoi amici che gli staranno vicini anche in uno dei momenti più difficili, quando rischia di perdere il padre.

Il padre è per Diego un punto fermo, un amico con cui condividere la stessa passione per il calcio, seduti sul divano, sgranocchiando qualcosa. 

Pian piano Claudia svanisce, perde colore, come la delusione per la fine del matrimonio. Così Diego fa una scelta importante: chiede a Zoe di sposarlo e di diventare una famiglia, accarezzando l'idea di adottare Luca, a cui si è molto affezionato.

Zoe però è una figura strana, si apre ma non tanto, sorride e nasconde dolore, scrive i suoi pensieri più intimi in una sorta di agendina, traduce le sue ansie e i suoi timori in poesie delicate, talvolta dai versi ermetici, quasi a voler dire ma non troppo. E non parla mai del suo passato e delle sue origini a Diego. 

Le cose non dette però creano divario, allontanamento, edificano alte mura. Sembra che solo Sole sappia qualcosa sul passato di Zoe. Tra amiche ci si confida, ma non ha intenzione di dire nulla a Diego.  E il segreto che la poetessa ha confidato all'amica è davvero la chiave di tutto.

Quando Claudia, l'ex moglie, personaggio enigmatico, ricompare nella vita di Diego, le prime incompresioni con Zoe vengono a galla. Lui sembra vacillare, rischia di perderla, si fa mille domande, salvo poi capire di esserne molto innamorato, forse quando già è tutto perduto...

Sullo sfondo le vicende della squadra del Napoli, descritta con passione e partecipazione. Partita dopo partita la città si colora sempre più di azzurro. Quello Scudetto sembra essere sempre più vicino e la fede calcistica di Diego gli fa sperare che se il Napoli vincerà lo Scudetto anche la sua vita prenderà la giusta piega. Bisogna però lottare per avere la vita che si desidera,  come i giocatori del Napoli lottano sul campo, partita dopo partita, segnando, vincendo e guadagnando punti nella classifica.

Il Napoli desidera vincere quello Scudetto come Diego desidera Zoe nella sua vita, come desidera una famiglia con lei, come quella che hanno creato Sole e Maurizio in attesa del primo figlio.

"Prima di fare qualsiasi scelta, ricorda sempre di fare due cose: sognare e metterci il cuore. Solo così potrai essere sicuro di aver fatto la cosa giusta."

Un romanzo intenso, emozionante, che racconta di vita, d'amore e di amicizie. Un libro sulle seconde possibilità nella vita e in amore, sul coraggio del scelte, sulla forza di ricominciare.

Un libro che è una vera chicca per i tifosi del Napoli.

⭐⭐⭐⭐

Silvia M.

venerdì 16 agosto 2024

[Recensione] "La Benandante" di Sara Cremini.

“Insomma…non so perché proprio noi tre sembriamo essere coinvolti in questa storia, ma ho imparato una cosa nelle ultime ventiquattro ore: il mondo non è quel posto normale che pensavo fosse.”

“La Benandante” è il nuovo libro di Sara Cremini. Si tratta di un paranormal fantasy che assume moltissime sfumature nel corso della storia e tiene il lettore costantemente attaccato alle pagine con il fiato sospeso.

La narrazione è ambientata nella Val Trompia in un intervallo di tempo tra il 1956 e il 1986. Nel ’56 Martina Richiedei scompare senza lasciare traccia nella cantina della cascina in cui vive. Nessuno riesce a trovare una spiegazione razionale alla sua sparizione e il suo caso viene archiviato frettolosamente. Trent’anni dopo il carabiniere Alessandro Bertuzzi riceverà il gravoso compito di riaprire il caso. L’uomo, però, scoprirà fatti scioccanti sulla scomparsa di Martina, verità che trascendono la realtà e vanno ben oltre il mondo dei vivi, che coinvolgono il cosiddetto Altrove, ovvero mondo dei defunti, che faranno crollare ogni sua certezza e lo porteranno a credere che il mondo in cui vive non è poi così normale.

Alessandro non si troverà da solo in questa missione, perché sarà affiancato dall’amico Gianluca, dalla sorella Chiara, giovane appassionata di credenze popolari, tarocchi, leggende e paranormale, dalla veggente Agnese e dalla fata Nadin.

Insieme intraprenderanno una lotta contro il tempo per risanare le crepe del Velo, il confine tra i viventi e l’Altrove che stanno turbando la pace degli abitanti della Val Trompia, e si troveranno a fronteggiare un perfido nemico, l’artefice di quelle “crepe” nel Velo: Lönòcc, il diavolo della Valle.

Ogni membro della squadra dovrà ingegnarsi per riportare nel mondo dei vivi l’anima della benandante Martina Richiedei, l’unica che potrà fermare il temibile demone.

Ci sono molti motivi per cui “La Benandante” può ritenersi un romanzo degno di nota: innanzitutto è un fantasy ambientato in Italia. Di solito, i libri che leggo del medesimo genere sono ambientati in luoghi fantastici e spesso anche ben descritti. La lettura di un fantasy italiano, ambientato in un luogo realmente esistente, però, mi è sembrata una scelta stilistica perfetta per rendere il libro più “familiare”. “La Benandante” è la prova di come si possa collocare una vicenda fantasy anche in un luogo reale.

Nel romanzo sono presenti anche leggende e figure tipiche del folklore bresciano che gli conferiscono un tratto distintivo, qualcosa che lo rende riconoscibile tra tutti. Un tratto che riesce a mettere in evidenza la bravura dell’autrice di aver raccolto quante più fonti possibili per creare una storia accattivante e magnetica, che tiene incollati alle pagine e che si legge tutta d’un fiato. Lo stile dell’autrice diventa, così, unico, avvincente e chiaro nello spiegare le leggende e il folklore presenti in questo libro.

Il testo è diviso in quattro parti. La narrazione, nella terza sezione, a volte cambia il POV e il narratore rimane, tuttavia, sempre riconoscibile.

Ogni personaggio è definito in modo molto fedele grazie a caratteristiche fisiche, comportamentali e al linguaggio adoperato, in alcuni tratti più esplicito e in altri meno. In questo modo anche il lettore può immedesimarsi nella storia e immaginare di prendervi parte.

Il libro è pieno di scene molto avventurose, di storie intermedie e parti piene di tensione, che conferiscono al romanzo anche una sfumatura thriller.

Non mancano scene più inquietanti e oscure che, però, non dispiacciono affatto. Al contrario, funzionano come dei perfetti colpi di scena per cambiare la narrazione quando meno ci si aspetta.

Alla fine del libro è presente un grazioso particolare, ovvero una playlist di tutte le canzoni che hanno ispirato l'autrice durante la stesura del manoscritto e che riescono a "dar vita" a molte scene.



giovedì 8 agosto 2024

[Recensione] "Sillabe strozzate" di Fabio Palmeri

 


"Lasciati amare
stanotte e per sempre,
quando il cuore ti invoca
come fossi Venere."

Con l’intento di continuare a dare attenzione al genere letterario della poesia, oggi vi lascio la recensione di questo breve volume. “Sillabe Strozzate” è una raccolta di poesie di Fabio Palmeri. Si tratta di componimenti di varia lunghezza, dalle liriche più elaborate e lunghe a quelle più brevi. In entrambi i casi, però, si tratta di poesie cariche di significato ed emotività volte a tradurre i propri pensieri in parole e mettere per iscritto emozioni e sentimenti, tra la tranquillità e l’inquietudine.

È importante non trascurare la nota dell’autore che inaugura la silloge, perché credo sia fondamentale per la comprensione dei vari componimenti, anche di quelli più ermetici. L’autore stesso dice che si tratta di poesie molto personali, dedicate a vari episodi della sua vita e redatte in un vasto arco di tempo che si estende dall’adolescenza all’età adulta, una specie di biografia in rima volta a raccontare la vita di uno studente prima e di un professore poi. In molti di questi componimenti, a proposito, sono presenti dei riferimenti al mondo greco-romano, ad esempio in “Chi lo dice a Mimnermo?”, in cui l'autore trae spunto dalla tradizione lirica dello stesso poeta greco Mimnermo.

Il poeta invita il lettore a prendersi una pausa dalla frenesia di tutti i giorni, fermarsi e perdere un po’ di tempo per riflettere su sé stessi e sulla propria vita, sulle parole mai dette e i silenzi dell’anima, dentro cui spesso si celano forti rumori, e sulla nostalgia con cui si guarda all’età infantile e alla sua spensieratezza. Una vita in cui c’è spazio pure per le lacrime e per sfogarsi, com'è scritto nella prefazione.

La raccolta si divide in cinque sezioni in cui si parla, in un primo momento, delle inquietudini interiori e nei silenzi spesso più duri da sopportare, delle illusioni e delle aspettative deluse, per poi cercare una via di distrazione nei ricordi più leggiadri della mente e nell’amore.

A tal proposito, mi è piaciuta particolarmente la sezione dedicata alle poesie d’amore di cui, in termini eleganti e raffinati, il poeta ne descrive gli aspetti più teneri e familiari.

La penna dell’autore, infine, è molto fine e colta e non lascia mai alcuna parola al caso, nonostante così possa sembrare. Al contrario, vi è un’accurata ricerca di vocaboli fuori dal comune che conferiscono a ogni poesia la propria unicità.

Tengo anche a evidenziare la sensibilità fuori dal comune dell’autore, che conferisce all’opera l’aria di un diario in versi. Il libro è stato vincitore del Premio Poesia ASAS 2024.





mercoledì 7 agosto 2024

[Recensione] "Una vita non basta" di Enrico Galiano

 "La mia domanda è molto semplice, mio caro: vuole vivere davvero, o vuole che la sua vita sia solo un trattino tra due numeri?"

“Una vita non basta” è il nuovo romanzo di Enrico Galiano. Si tratta di un libro che, all’apparenza, potrebbe sembrare lungo, ma che ho letteralmente divorato in circa dieci giorni, versando anche qualche lacrima. 

Il protagonista è Teo, un ragazzo di sedici anni appassionato di animali e romanzi horror di Stephen King, che pensa di lasciare la scuola. La sua idea, però, non è ingiustificata, perché il ragazzo ha sempre pensato di aver qualcosa di speciale, ma che la scuola abbia fatto di tutto per renderlo normale, togliergli valore e fargli seguire la folla.

Teo, infatti, pensa di essere speciale e di avere qualcosa di diverso dai suoi compagni, qualcosa che lo spinge a sentirsi vivo e a compiere azioni che non si spiega. Il ragazzo, tuttavia, non riesce a dare un nome a questa Cosa, quindi la definisce come tale.

In seguito a una sospensione da scuola, Teo si imbatte nel Professor Francesco Bove, un ex insegnante di filosofia che parla continuamente di miti greci e latini e in un primo momento sembra dire cose senza molto senso, almeno secondo Teo.

L’unica a rimanergli accanto dopo quel difficile momento è la sua migliore amica Peach, nemmeno suo padre Mario, un uomo che ha perso ogni speranza nella vita. Nel frattempo Teo tenta di avvicinarsi alla ragazza che gli piace, Sofia, nonostante i suoi primi tentativi di corteggiamento siano maldestri e impacciati.

Invece il professore inizierà a instaurare un rapporto di cordialità e amicizia con il ragazzo che dovrebbe esserci in tutte le scuole tra alunni e insegnanti, ma che viene quasi sempre ignorato. Bove diventa un saggio agli occhi di Teo, una specie di Socrate moderno che riesce a comprendere quello che prova come nessun altro.

Quindi inizia un percorso di nove lezioni che porterà Teo a non arrendersi mai, a cadere per poi salire più veloce di prima, a trovare sempre una ragione per non lasciarsi abbattere e un motivo per credere sempre nella vita. Tra tutti gli insegnamenti del professore, ce n’è uno ricorrente: per fare ogni cosa, Una vita non basta!

Io ho sempre pensato che Galiano abbia uno stile unico perché lui,  professore, scrive come se fosse un alunno sempre in cerca di nuove ispirazioni. Un insegnate che si ricorda di essere stato uno studente, una persona prima dietro i banchi di scuola e poi dietro la cattedra, un alunno a insegnare ad altri alunni. Ogni persona comune, in un suo libro, diventa speciale, perfino il lettore dietro le pagine.

Durante la lettura di “Una vita non basta” ho avuto l’opportunità di immedesimarmi in ogni singola parola del libro. L’ho trovato un volume molto personale e pieno di verità, su quanto, spesso, i sentimenti degli adolescenti vengano trascurati e sottovalutati e il loro entusiasmo venga sgonfiato del tutto, rendendo la loro vita piatta e fin troppo normale. In questo libro, però, Teo riesce a dimostrare che ognuno di noi, a modo proprio, può essere speciale e può fare qualcosa di unico per rendere la propria vita speciale.

Questa lettura vuole invitare maggiormente i suoi lettori a dare slancio alla propria vita, a farne qualcosa di unico e a valorizzare le proprie unicità. Ad esempio Teo ha una grande passione per gli animali più strani e inusuali, di cui raccoglie foto e disegni e che approfondisce in un quaderno. Ogni capitolo del libro, infatti, si apre con l’immagine di un animale diverso che simboleggia un diverso insegnamento da poter utilizzare durante la vita. Una delle mie lezioni preferite è quella della Mantide orchidea: La vita a volte è crudele e ci porta a dover mostrare i denti e combattere. Ma lì, il modo migliore di farlo è quello della Mantide orchidea. Colpire, se serve, ma senza mai perdere la grazia di un fiore che sboccia.

Vorrei anche mettere in evidenza uno dei personaggi più affascinanti del libro: il Professor Bove. Le sue lezioni dovrebbero essere lette almeno una volta al giorno, perché ricordano in modo semplice, ma allo stesso tempo efficace, quanto sia importante vivere ogni attimo della vita, senza spegnere mai la luce che ognuno porta dentro. Le sue parole danno conforto e invogliano a non perdere mai l’entusiasmo di vivere, nonostante la vita, a volte, dia delle battute d’arresto.

Anche il Professor Bove, a causa delle sue lezioni, viene considerato un tipo strano, un po’ troppo anormale. Tuttavia il professore non lascia che qualcuno cambi il suo modo di insegnare, perché a volte dietro lezioni su cose che possono sembrare comuni, ci sono insegnamenti grandi e speciali.

Un romanzo unico nel suo genere, da leggere e rileggere. Semplice e commovente.



giovedì 1 agosto 2024

[Recensione] "L'anello di Satuno", volume 2, di Flavio Parenti

 

«So che potrebbe sembrare folle,» disse Luca, «ma io sono qui per te. Ho fatto un viaggio lungo vent’anni per te. Il tempo è passato, ma il mio amore no. So che lo senti anche tu. Tra di noi c’è qualcosa di indistruttibile, di trascendentale, qualcosa che il destino non potrà mai rompere.»

Se nel primo libro della serie “L’Anello di Saturno” abbiamo visto un giovane amore tra i due adolescenti Luca e Anna nascere per poi terminare tragicamente, nel secondo viene raccontato un viaggio straordinario che dovrà riportare Luca dal suo primo, unico amore.

La storia comincia all’ospedale di Ginevra, dove Luca giace su un lettino in coma da sedici lunghi anni. Nonostante in molti non nutrano più la speranza che il giovane si risvegli, il Destino, onnipresente narratore e testimone della storia, consente al ragazzo, ormai uomo, di svegliarsi improvvisamente. Dopo un lungo percorso di riabilitazione volto a riprendere in mano le redini della sua vita e riacquisire tutti i ricordi adolescenziali di Luca ad Anagni con la sua famiglia e  gli amici del paese, un nome affiora alla sua mente: Anna.

“Chi è Anna?” inizia a chiedersi. Dopo aver cercato il suo nome in lungo e in largo per le fredde strade di Ginevra, qualcosa gliela ricorda e decide di tornare ad Anagni per ritrovarla e riaverla con sé, annunciarle che si è svegliato e che è ancora innamorato di lei.

Non sempre mi succede di leggere il seguito di un libro e apprezzarlo come il primo, ma in questo caso il secondo volume di “L’anello di Saturno” riesce degnamente a tenere testa al precedente.

Chi parla è sempre il Destino. Questa volta, però, è evidente un rapporto più empatico e confidenziale tra il narratore e il lettore. Il Destino sembra diventare una persona a tutti gli effetti, che partecipa alla narrazione e prova sentimenti, come i sensi di colpa verso Luca per aver sconvolto il suo passato e interrotto l’amore tra lui e Anna.

Il personaggio di Luca si evolve continuamente all’interno della storia, da un ragazzo con poche certezze che si è appena svegliato dal coma a un uomo determinato a ritrovare quello che ha perso improvvisamente. Da allora inizia un viaggio accattivante e appassionante che lo dovrà riportare a ritrovare sé stesso.

L’ambientazione, infatti, varia spesso e ogni luogo è descritto fedelmente; dalla tristezza e inespressività di Ginevra, al ritorno ad Anagni in cui il tempo sembra essersi fermato, fino al viaggio di Luca verso una nuova tappa: Il Cairo, una città magica in cui passato e presente si incontrano ai piedi delle piramidi. Una città in cui Anna ha realizzato tutti i suoi sogni e Luca si troverà a sfidare il tempo per cambiare il suo destino.

Anche in questa storia è presente il rivale indiscusso del Destino: l’Amore che anima ogni cosa, che accende i sentimenti altrui e l’irrefrenabile desiderio di Luca di ritrovare Anna. L’Amore è colui che rovina tutti i piani del Destino e genera disordine.

Nella contesa tra il Destino e l’Amore, Luca ha una certezza: vuole riscrivere la sua storia e il suo passato e la ricerca dell’Anello di Saturno è appena iniziata.