sabato 13 settembre 2025

[Recensione] "Angeli e Demoni" di Dan Brown

 


"Le forze del male, anche se poderose, non sono invincibili. Il bene può prevalere. Ascoltate il vostro cuore. Ascoltate Dio. Insieme, possiamo salvarci da questo abisso."

Dan Brown ha mostrato tutta la sua bravura nel thriller, nel creare un intreccio scaltro e avvincente, nel suo romanzo “Angeli e Demoni”.

La vicenda narrata comincia presso il CERN, un prestigioso istituto di scienziati e fisici che si trova a Ginevra, dove due scienziati, Leonardo e Vittoria Vetra, hanno sviluppato una sostanza rara e avanzatissima in antitesi alla materia, detta appunto antimateria. La loro ricerca sembra essere avvenuta in totale segretezza, almeno finché uno sconosciuto non uccide brutalmente Leonardo, marchiandolo a fuoco sul petto con la scritta “Illuminati”.

Chi sono gli Illuminati? È proprio in questo momento che entra in gioco Robert Langdon, insegnante di simbologia religiosa presso l’Università di Harvard, che viene chiamato dall’integerrimo direttore del CERN, Maximilian Kohler, consapevole della sua approfondita conoscenza dell’argomento. Una volta arrivato, Langdon spiega che gli Illuminati sono stati una setta segreta dal carattere fortemente anti-ecclesiastico, fondata a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento da una cerchia di scienziati al fine di continuare le proprie ricerche senza essere ostacolati dall’oppressione della Chiesa.

Subito dopo il loro dialogo, subentrerà nella storia Vittoria Vetra, una donna brillante e determinata che spiegherà al professore americano che l’antimateria viene tenuta isolata in un apposito contenitore per prevenire il suo contatto con la materia; se queste si scontrassero, avverrebbe immediatamente la distruzione di un intero centro abitato.

Il contenitore con l’antimateria, fortunatamente, viene localizzato: sembra che si trovi a Città del Vaticano, dove contemporaneamente si sta svolgendo il conclave. Robert e Vittoria partono immediatamente per ritrovare il famigerato ordigno e smascherare l’artefice dell’atto scellerato. È proprio tra le strade di Roma che prende vita una folle corsa contro il tempo, tra chiese, archivi e segreti che sembrano destinati a saltare fuori.

Dopo aver letto Il Codice Da Vinci, mi sono semplicemente innamorata dello stile di Dan Brown, di quella penna capace di fondere storia, arte e leggenda e tirarne fuori una storia al limite tra realtà e fantasia, ma pur sempre credibile.

Ciò che mi ha colpito maggiormente di questo romanzo è il suo aspetto attualizzante nei confronti di un tema che abbiamo più volte approfondito nei libri di storia: la lotta tra la Chiesa e la Scienza, quella disciplina rigorosa che più volte ha sfidato le sue verità immutabili. Questo tema viene reso attuale nello scenario di Roma, una Città metropolitana e movimentata tramite i personaggi che danno forma alla storia, tra i protagonisti Langdon e Vittoria, i cardinali in conclave custoditi dalle Guardie Svizzere, il giovane camerlengo Carlo Ventresca, Maximilian Kohler e un folle assassino che si muove nei meandri della Città Eterna.

Ciascuno dei personaggi citati ha un ruolo fondamentale nella storia e Dan Brown ne approfondisce la psicologia in modo dettagliato e scrupoloso. Durante la lettura, sembra di conoscerli tutti, o quasi.

Il libro, infatti, è pieno di colpi di scena. Fare delle ipotesi sul finale diventa quasi impossibile, proprio perché tutte le aspettative vengono stravolte senza alcuna prevedibilità. Perché tutto questo? Semplice: a causa di una suspence avvincente e mai scontata.

A rendere ancor più intrigante il romanzo è la presenza di opere d’arte e spiegazioni a proposito, tramite la bocca dell’affascinante Professor Langdon. Durante i suoi interventi nel corso della storia, il tempo sembra fermarsi, la realtà sparisce e ci si può immaginare quasi a prendere parte alla vicenda narrata.

Si potrebbe continuare a leggere senza curarsi più del tempo e si potrebbe andare avanti così ancora per molto…anche nel cuore della notte!

Recensione a cura di Serena.

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